L'agroalimentare alle prese con le sanzioni alla Russia e il caso Canada
domenica 25 giugno 2017
Agricoltura e industria unite contro la decisione di proseguire la politica europea di sanzioni nei confronti della Russia. Posizione insolita – quella che vede agricoltori e industriali dallo stesso lato della barricata –, che indica il livello di tensione sui mercati agroalimentari internazionali, oltre che, forse, un salto di qualità nei rapporti di filiera.
Alla base della decisione di prendere una posizione comune su un tema così importante come le relazioni commerciali di Bruxelles con Mosca, c'è comunque un dato oggettivo: a causa delle sanzioni e quindi delle risposte del governo Russo, il danno complessivo dovuto al calo di export agroalimentare italiano verso la Federazione Russa ha raggiunto ormai quasi un miliardo di euro. Troppo. Anche perché, a quanto dicono Coldiretti e Federalimentare, la decisione di prorogare le sanzioni è stata «presa di fatto da Francia e Germania». Da qui la richiesta: l'Italia deve smettere di essere «passiva e acritica» su questo fronte. Certo Roberto Moncalvo e Luigi Scordamaglia, i due presidenti di coltivatori e industriali, precisano subito di non «voler entrare nel merito di questioni politiche», ma «chiedono di non accettare passivamente la decisione di altri sul rinnovo di sanzioni il cui prezzo viene pagato dall'Italia ed in particolare dal settore agroalimentare made in Italy». Tenendo anche conto del cambiamento del mercato in Russia che sta riprendendosi delineando grandi opportunità per i nostri produttori. Tutto senza tenere conto «le conseguenze strutturali – spiegano –, sul nostro export derivanti dal conseguente proliferare sul mercato russo di prodotti Italian Sounding».
In attesa delle possibili risposte da parte del nostro Governo, è interessante notare quanto sia diversificato il sistema agroalimentare nazionale. Da un lato, infatti, Coldiretti e Federalimentare si alleano sul tema della Russia, dall'altro sempre Coldiretti e Assolatte (cioè gli industriali del latte), si scontrano (di fatto), sul tema dell'accordo Ceta con il Canada. Per Assolatte, infatti, è «fondamentale giungere ad un rapida ratifica del Ceta, l'accordo di partenariato strategico economico e commerciale tra Unione europea e Canada» che prevede «un forte aumento dei volumi che possono essere esportati a dazio zero». Si aprirebbe quindi per i nostri lattiero-caseari un mercato importante. Ma Coldiretti ribatte: «L'accordo di libero scambio con il Canada non solo legalizza la pirateria alimentare, ma spalanca le porte all'invasione di grano duro trattato in preraccolta con il glifosato vietato in Italia e a ingenti quantitativi di carne a dazio zero».
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