Il teatro è vivo e riparte da RaiTre
martedì 15 dicembre 2020
Il teatro è fermo. Gli attori sono a casa, in attesa che si riaccendano le luci del palcoscenico. Ad aspettare con loro ci sono i più, quelli che come si dice lavorano dietro le quinte: dai macchinisti agli organizzatori, dalle maschere ai trasportatori, dai costumisti agli addetti stampa. È un mondo, quello dello spettacolo, a cui si pensa poco in questo tempo di pandemia. Al pari, si direbbe, dei musei. Come se la cultura non fosse necessaria almeno quanto i ristoranti. Bene, pertanto, ha fatto Rai 3 a mettere in scena (è il caso di dirlo) un programma come Ricomincio da RaiTre, il sabato, per quattro settimane, in prima serata. Un mix tra prosa, musical, danza e varietà. Insomma, tutto quanto fa spettacolo. Sotto la direzione artistica di Massimo Romeo Piparo, autore insieme a Felice Cappa e Stefano Massini con Serena Fornari e Pamela Maffioli e la regia di Stefano Vicario. Alla conduzione lo stesso Massini, scrittore e drammaturgo, con Andrea Delogu, attrice e conduttrice. Alla prima sono intervenuti in tanti. Altri lo faranno nelle puntate successive. Sul palcoscenico di un deserto Teatro Sistina di Roma, di fronte a un pubblico formato soltanto da alcuni giovani attori seduti simbolicamente sui classici bauli dello spettacolo, si sono alternati Tullio Solenghi e Massimo Lopez, Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu (in un interessante estratto da Canto di Natale di Charles Dickens), Alessio Boni, Paolo Jannacci, il cast di Full Monty, Valentina Lodovini (brava e inaspettata in un estratto dallo spettacolo Tutta casa letto e chiesa di Dario Fo e Franca Rame), fino al grande Glauco Mauri, novantenne, che ha recitato Shakespeare. Tanti altri sono intervenuti in presenza o in collegamento, come Marco Paolini dal Teatro Villa dei Leoni di Mira in provincia di Venezia o Adriano Celentano al telefono. Nella conduzione Massini e Delogu sono apparsi, per così dire, un po' troppo teatrali, anche perché la tv, a differenza del teatro, ingigantisce e amplifica tutto. Ma va bene lo stesso. Lo scopo è nobile e poi di cose buone, sabato sera, ne abbiamo viste tante, comprese le incredibili declinazioni iniziali dell'acronimo Dpcm, a conferma che il teatro è vivo e che aspetta solo di ripartire.
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