Il ricordo di una monaca biblista e la lezione sulla nostra fragilità
mercoledì 16 febbraio 2022
Dieci giorni fa è morta, improvvisamente, suor Stefania Monti, 73 anni, originaria di Faenza, clarissa cappuccina del monastero di Fiera di Primiero (Belluno), biblista ed ebraista. Di lei la Rete testimonia, in vita e in morte, un profilo ecclesiale e culturale alto, a maggior ragione per la discrezione e la sobrietà con cui è stato vissuto. In vita, oltre all'appuntamento settimanale con gli utenti di “Re-blog” per il commento alle letture domenicali, che durava da più di due anni, si trovano online i libri, gli articoli e gli interventi pubblici di cui è autrice, compreso, su YouTube, il video di una sua meditazione pronunciata tre anni fa a Rieti per la Giornata mondiale della vita consacrata ( bit.ly/3sCTXVs ). In morte, oltre alle note di cronaca dei quotidiani locali, i post dedicati o rilanciati dopo che era «partita per il cielo» sul piccolo profilo Facebook del suo monastero ( bit.ly/3HRBStl ) e sul piccolissimo profilo Facebook personale assommano complessivamente a più di duemila, con i commenti che testimoniano l'affetto e la stima di cui era circondata. Per ricordare la sua autrice “Re-blog” ( bit.ly/3GLNb4F ) ha scelto, con ragione, un articolo a cavallo tra Bibbia e attualità che risale all'estate del 2020, cioè alla fine del primo lockdown. La riflessione di Stefania Monti muoveva da quel versetto del Qohelet in cui si afferma che c'è «un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci» (3,5b) per giungere a sottolineare quanto la vita civile ed ecclesiale durante la pandemia ci abbia «drammaticamente insegnato a comprenderlo», ricordandoci «il nostro distacco definitivo dalla vita presente». «Questo nostro peculiare “tempo per astenersi dagli abbracci”», concludeva Stefania Monti, «è una lezione sulla fragilità nostra e su come siamo legati gli uni agli altri». Siamo «l'uno nelle braccia dell'altro, abbracciati anche senza volerlo», e quando gli abbracci ci vengono tolti «ne sentiamo assoluta mancanza quasi fossimo defraudati nella nostra umanità».
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