Il parroco scherza sull’estate: non è vero che lo imbruttisce
mercoledì 26 luglio 2023

Non poteva mancare, nella serie di video che don Manuel Belli sta dedicando al “Parroco Imbruttito”, la puntata sull’“imbruttimento” in cui i preti delle nostre parrocchie cadono durante l’estate. La si può vedere, come le altre, sul canale YouTube “Scherzi da prete”, che il presbitero bergamasco ha aperto alla fine del 2020 e che è già divenuto abbastanza popolare da meritare ai suoi video qualche inserzione pubblicitaria. La parodia di don Belli si focalizza su quattro situazioni: la partenza per il campo con gli adolescenti; le richieste dei genitori rispetto all’oratorio estivo (chiamato Estate Ragazzi o altro, a seconda delle diocesi); le domande al “don” durante la gita – situazione che può presentarsi tanto durante l’oratorio quanto durante i campi – e gli inviti alle varie feste e sagre.
Nei 12 minuti del filmato troviamo allora il parrocchiano che invidia il prete «sempre in giro», trascurando il fatto che accompagna cento ragazzini; ci sono i genitori che lo subissano di richieste (dietetiche, relazionali, educative) incomponibili; ci sono le risposte stereotipate (imparate, pare, al seminario) ai bambini che affrontano il sentiero tra i boschi con impazienza o con pigrizia; ci sono i piatti di «casoncelli, costine e polenta» impossibili da rifiutare. E c’è, come negli altri video della serie, la “morale”: «La tradizione delle nostre parrocchie ha creato alcune circostanze, e sono quei luoghi lì in cui noi siamo chiamati ad amare e a testimoniare il Vangelo». E a scoprire «con meraviglia, assieme ai nostri ragazzi», che esso «è in grado di raccontare la versione migliore delle cose belle che abbiamo vissuto». Mi chiedo quale sia, tra i 40mila che, nei primi sette giorni, hanno già visualizzato il video, la quota di confratelli preti. Tra gli autori dei 171 commenti ne ravviso solo uno: si firma don Simone, è «parroco di una parrocchia di campagna» e conferma: «È proprio tutto come racconti». Poi c’è una «suora anziana» che ripensa con nostalgia al suo apostolato attivo. L’immancabile stolto che sentenzia, in spregio alla fraternità e anche alla sintassi: «Speriamo ti scomunicano». E poi tutti gli altri: laici, per la maggior parte donne e spesso pratiche delle dinamiche parrocchiali: lo ringraziano e gli fanno coraggio. © riproduzione riservata

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