Il nostro turismo contadino vale un miliardo di euro
domenica 11 gennaio 2015
Il fatturato dell'agriturismo corre. Segno del cambiamento dei tempi e dei bilanci, la vacanza in campagna non è più una cosa per pochi, eccentrici turisti, ma una pratica diffusa per molti motivi. C'è, certo, il fascino del ritorno alla natura, il profumo bucolico del buon mangiare e del miglior bere, ma ci sono anche le ristrettezze dei bilanci familiari, la ricerca di qualcosa di economico per passare qualche giorno (spesso non molti), in un ambiente alla portata di tasche non certo in piena salute. Moda o necessità, l'agriturismo, in ogni caso, miete successi. E i numeri sono lì a dimostrarlo. Stando a quanto diffuso in occasione della presentazione di Agriturismoinfiera, una rassegna specializzata sul comparto prevista a gennaio a Milano, gli agriturismi italiani fatturano ormai oltre un miliardo di euro (un miliardo e 168 milioni), e vengono scelti da oltre tre milioni di persone (3 milioni e 400 mila). Altri numeri rendono ancora meglio l'idea del fenomeno, soprattutto quelli che riguardano le previsioni per il 2015. Nei prossimi dodici mesi, infatti, sarebbero già quattro milioni e 800mila le persone che hanno in programma una visita in un'azienda agricola; in testa alle mete, come di consueto, la Toscana con il 58% delle preferenze, seguita dall'Umbria (34%), le Marche (19%) e l'Emilia Romagna (17%). Piuttosto alto, poi, lo status sociale di chi frequenta gli agriturismi. Il turista tipo che sceglie di passare le sue vacanze in un agriturismo ha dai 30 ai 50 anni, abita nel centro nord, è laureato e svolge un lavoro impiegatizio. L'83% degli agrituristi che arrivano in Italia viene dall'Europa, il 12% dalle Americhe e il 5% dall'Asia.Natura e buon cibi, naturalmente, sono fra le molle che spingono verso una scelta di questo genere. Conta, però, anche l'aspetto economico. Il turista – viene spiegato dagli osservatori del mercato –, sceglie l'agriturismo anche perché risparmia: pare che la spesa media da sostenere sia sui 54 euro al giorno rispetto ai 67 euro richiesti dalle altre strutture ricettive. Difficile dire quanto durerà questa evoluzione positiva. Certo è che strette fra una crisi che non pare mollare la presa e la necessità comunque di trovare spazi di ricarica, le famiglie nostrane pare comunque che continuino a guardare con favore a questa ormai non nuova forma di attività agricola. Il 36% circa dei turisti rurali è costituito da nuclei familiari, il 41% circa da coppie. Facendo anche la felicità di chi, agricoltore, è riuscito a trasformare la propria attività in qualcosa di diverso e più complesso della normale coltivazione dei campi.
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