I consorzi ora vogliono decidere
sabato 3 ottobre 2009
Governare meglio il mercato per evitare le ricorrenti crisi da sovrapproduzione o da calo della domanda che colpiscono i più importanti prodotti agricoli europei. È un'idea di buon senso che, tuttavia, cozza contro le attuali regole Ue difficili da scalzare da un giorno all'altro. In gioco, però, ci sono decine e decine di milioni di euro oltre che filiere agroalimentari di tutto rispetto. E questa volta a provare a cambiare ci si sono messi alcuni dei più importanti consorzi di tutela, fra cui quello del Parmigiano Reggiano.
L'idea è semplice. Occorre aggiornare le regole europee sulla concorrenza in campo agroalimentare. «E il primo atto di questa riforma " ha spiegato qualche giorno fa il direttore del Consorzio del Parmigiano-Reggiano, Leo Bertozzi " deve riguardare i consorzi di tutela delle produzioni Dop e Igp, cui deve essere concessa la possibilità di governare realmente la produzione per assumere un ruolo più autorevole sul mercato». Si tratta di una esigenza, è stato spiegato, ancora più forte quando ad essere coinvolti sono prodotti «la cui alta qualità ed artigianalità è legata a strutture produttive piccole e numerose e, di conseguenza, molto deboli proprio nella relazione con i mercati». Quella espressa dal Consorzio del Parmigiano è però una richiesta esplosiva. Per la prima volta, infatti, le principali organizzazioni di tutela hanno avanzato ufficialmente la necessità comune di poter gestire volumi produttivi e modalità di immissione in commercio dei prodotti di cui, per ora, hanno solamente tutelato la parte strettamente produttiva o poco più. «Le funzioni di tutela, di vigilanza e di promozione " ha sottolineato Bertozzi " sono fondamentali ma non sufficienti per incidere sul sostegno del reddito dei produttori; dall'altra parte, anche i consumatori non traggono alcun beneficio da situazioni di crisi come quella che stiamo vivendo, perché i prezzi si abbassano all'origine ma non al consumo e il rischio è che si abbassi la qualità». Il ruolo dei Consorzi, se l'Ue accogliesse questa richiesta, cambierebbe quindi moltissimo, trasformandoli in centri di controllo del mercato di grande importanza. Ma dietro si nasconde anche dell'altro. I Consorzi, infatti, puntano il dito su quello che è stato chiamato «paradosso di mercato». Per capirlo, spiegano, basta mettere a confronto le azioni che possono esercitare i consorzi e ciò che fanno le grandi imprese del Nord Europa. I primi «non hanno alcuna possibilità di intervenire sul governo della produzione, mentre le seconde trasformano enormi quantità di latte ed intervengono sul governo dei flussi produttivi in relazione ai mercati». Il vantaggio per «i grandi» sarebbe chiaro.
È davvero l'inizio di una cammino che porterà a cambiare alcune delle regole fondanti dell'Ue fra cui quelle relative alla concorrenza? Presto per dirlo, ma la novità c'è. Questa volta sono d'accordo tutti gli enti di tutela dei maggiori prodotti europei con indicazione geografica.
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