I commenti web al Vangelo di oggi e la ferocia attuale della carneficina
domenica 27 febbraio 2022
Pensando allo stato d'animo con il quale tanti, oggi, partecipiamo alla messa domenicale mi sono chiesto se avremmo potuto trovare in Rete, oltre che negli omileti, un aiuto a illuminare con il Vangelo di oggi l'attualità della guerra che si sta combattendo in Ucraina. Così ho percorso i commenti biblici degli autori più attivi in Rete: purtroppo la maggior parte di essi viene preparata e pubblicata con un anticipo che non consente una loro sintonizzazione sull'attualità, ma con qualche significativa eccezione. Come l'accoratissimo commento di don Alessandro Dehò ( bit.ly/3so4h4F ), già obiettore di coscienza: «Dal fondo dell'ennesimo fosso, rovinosa caduta, non resta che confessare la propria cecità. Non vedo Signore, questo solo posso confessare, ai bordi della strada, avvolto nel mio mantello, non posso che chiederti occhi nuovi. E diffidare di chi giura di conoscere vie ideologiche e sicure per riemergere». Anche don Francesco Cosentino, nel suo video settimanale ( bit.ly/3K2ZxYp ),
riflette sul rapporto tra cecità e guerra: «Mentre assistiamo a ore drammatiche per una nuova guerra, la Parola del Vangelo ritorna attuale: solo se guardiamo gli altri con la stessa misericordia con cui Dio guarda a noi, avremo la luce e non saremo ciechi e guide cieche. Chi è accecato si chiude all'amore e genera morte». La fantasia della Rete consente di farsi guidare all'intelligenza del Vangelo di oggi anche dall'indimenticato padre Ernesto Balducci, che fu sempre in prima linea nella promozione di una «cultura della pace». L'omelia, che il sito della Fondazione a lui intitolata ( bit.ly/3KfXu3p ) riporta dal suo volume “Il tempo di Dio”, declina il Vangelo di questa domenica sullo scenario internazionale di trent'anni fa, soffermandosi sulle ingiustizie nelle relazioni tra Nord e Sud del mondo. Ma quando dice che la speranza «non ci viene concessa in una commozione domenicale, è il frutto maturato nel torchio della sofferenza morale», pare conosca già quello a cui stiamo assistendo.
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