Ho 18 anni e voto solo «La chiocciola»
venerdì 2 marzo 2018
Una chiocciola potrebbe separare il mondo, quantomeno segnare una cesura netta dal punto di vista anagrafico. Chi a sentirla nominare pensa al mollusco è un ignorante informatico di una certa età (a meno che non sia senese). Chi invece pensa alla a commerciale o chiocciolina (graficamente @) è un nativo digitale o giù di lì. La chiocciola che va in onda all'interno del talk show di La7 “DiMartedì” fa sicuramente riferimento a questa seconda realtà e ancor più lo ha fatto in occasione di Al (primo) voto!, lo speciale con cui la giornalista Vicsia Portel ha realizzato un viaggio tra i diciottenni chiamati per la prima volta alle urne. Ragazzi più indecisi che emozionati, che non conoscono i politici. Alla domanda «Chi ti ispira fiducia?», la risposta è: «Nessuno!». C'è chi pensando a un leader fa il nome di Francesco Totti. Qualcuno non sa nemmeno cosa succede il 4 marzo. Però, alla domanda sulla cosa più importante, rispondono la famiglia. Questo è consolante, anche se può nascondere un'idea di welfare privato visto che la maggior parte dei giovani vive in casa con i genitori. A seguire, nelle priorità, la salute e il lavoro. Ovvero meno sogni e più realismo. Ma la conduttrice (che nasce come inviata e poi ha seguito Giovanni Floris come autrice) non si è limitata a sentire i diciottenni, ha coinvolto nella riflessione vari personaggi: Nando Pagnoncelli, Alessandro Sallusti, Gene Gnocchi, Aldo Cazzullo, Massimo Giannini... Tutti hanno raccontato il loro primo voto, anche con qualche aneddoto. Sallusti, ad esempio, ha ricordato di essere cresciuto in una famiglia di missini, mentre lui, nel 1976, voleva votare liberale, ma essendo già allora un fan di Montanelli finì per dare il voto ai democristiani dopo il famoso appello del grande giornalista a votare Dc turandosi il naso. In casa, però, disse di aver votato Msi. Cazzullo, tra le altre cose, ha fatto una notazione interessante spiegando che nella civiltà del web c'è una cosa di cui forse non ci rendiamo conto, ovvero che il voto è una cosa molto impersonale per giovani abituati a esprimere pubblicamente in rete la loro personalità. Insomma, quello che dicevamo ieri per Pif e per il suo Il candidato va alle elezioni, lo possiamo ripetere oggi per questo speciale di Vicsia Portel che si è distinto come uno degli spazi televisivi più originali in vista del voto.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: