
Le immagini iniziali del documentario Israele e Palestina - Storia di un conflitto, in onda da domenica in prima serata su History Channel e in streaming su Now, riguardano l’attacco di Hamas a Israele il 7 ottobre 2023 e il conseguente intervento dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza. Pochi minuti, sufficienti a dare l’idea della drammaticità del momento presente, per poi tornare al 19 agosto 2003 quando a Gerusalemme un terrorista di Hamas, nell’attentato a un autobus, uccise 24 persone, tra cui numerosi bambini, e ne ferì oltre cento. Muovendo da questa ennesima riapertura di ferite profonde, la documentarista Norma Percy ripercorre in tre episodi, prodotti dalla britannica Bbc, i vent’anni fondamentali della storia recente del Medio Oriente. Lo fa attraverso testimonianze esclusive, materiali d’archivio e analisi politiche. Tra i numerosi intervistati i vari Segretari di Stato americani, ma soprattutto i protagonisti sul fronte israeliano e su quello palestinese: da Ehud Olmert, primo ministro d’Israele dal 2006 al 2009, che racconta il suo tentativo concreto di accordo finale con i palestinesi; ad Ariel Sharon, che attraverso un’intervista d’archivio spiega le ragioni della scelta unilaterale di ritirarsi da Gaza; a Benjamin Netanyahu, che emerge come figura centrale nella ridefinizione della politica di sicurezza israeliana. Sul fronte palestinese, la serie propone contributi di Saeb Erekat, storico capo negoziatore dell’Autorità nazionale palestinese, di Salam Fayyad, ex primo ministro moderato e tecnocrate, e di Mahmoud Abbas, conosciuto come Abu Mazen, leader dell’Anp. A loro si affiancano anche i leader di Hamas Khaled Meshaal e soprattutto Ismail Haniyeh, intervistato a poche ore dalla sua morte nel luglio 2024. Ma il primo episodio si concentra soprattutto sulle elezioni del 2006 in Palestina con l’imprevista vittoria di Hamas. Su questo, come sugli altri fatti, il documentario non prende posizione, cerca di aiutare i telespettatori a comprendere uno dei conflitti più lunghi, complessi e divisivi della nostra epoca, dimostrando come diplomazia, politica interna, ideologia e interessi strategici abbiano ripetutamente ostacolato ogni concreta possibilità di pace. L’unico appunto che si può fare al documentario della Bbc nella riproposta italiana è di carattere tecnico e riguarda il doppiaggio-recitato, che sembra adeguare la voce all’apparenza fisica del doppiato. Dopo di che una proposta in generale al mondo dell’informazione: forse è giunta l’ora in cui sarebbe più corretto identificare il conflitto israelo-palestinese con Netanyahu-Hamas, visto che già molti israeliani sono contrari al loro primo ministro e all’azione su Gaza, così come la stragrande maggioranza dei Palestinesi non può essere ricondotta al terrorismo, bensì a persone che hanno diritto a una loro terra e a un loro Stato al pari di Israele.
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