Gol, motori e pedali lo sport rotola in tv
martedì 11 agosto 2020
Abbiamo vissuto un fine settimana televisivo a tutto sport: calcio, ciclismo, Formula 1 e Moto Gp. Non sarebbe la prima volta, se non fosse che quest’anno dobbiamo fare i conti con la pandemia che ha stravolto anche i calendari sportivi. Sabato, ad esempio, si è corsa la Milano–Sanremo che normalmente si disputa in primavera per dare il via alla stagione ciclistica. Tra venerdì e sabato si sono giocate partite di Champions League in vista di una fase finale in pieno agosto. Di norma le competizioni calcistiche europee si concludono a maggio. I motori no, rombano anche con il solleone, ma non con la frequenza di quest’anno per recuperare le gare perse nei mesi scorsi. A farne le spese non sono stati solo i calendari o i tifosi che non hanno potuto affollare stadi, autodromi e strade. Anche lo spettacolo televisivo ne ha risentito. Il calcio in tv senza pubblico sugli spalti è un’anomalia che va ad aggiungersi ad altre anomalie come la parzialità delle immagini (abbiamo visto rigori calciati centralmente che in prima battuta sembravano angolati). Nella Formula 1, invece, dal punto di vista televisivo l’assenza di pubblico si avverte meno, ma rimangono i limiti determinati dallo schiacciamento dei piani e dalle inquadrature accentuatamente dall’alto che impediscono di cogliere i rapporti reali di spazio e quindi il senso della velocità. Il più delle volte le uniche fasi spettacolari sono la partenza e (anche se è brutto dirlo) gli incidenti. Domenica a Silverstone per fortuna c’è stata l’usura delle gomme a garantire un po’ di spettacolo. Le moto, invece, si salvano sempre grazie alle pieghe impossibili in curva e ai contatti gomito a gomito. Ma tra le discipline dell’affollato fine settimana è il ciclismo a confermarsi il più televisivo, nel senso che più di altri si presta a essere raccontato dalla telecamere, grazie soprattutto alle riprese dalle moto che ti portano dentro la corsa. A vantaggio del ciclismo, il più epico tra gli sport, c’è anche la narrazione, favorita dai tempi lunghi delle telecronache. Certo è che anche il ciclismo, se si dovessero verificare arrivi in montagna senza la consueta cornice di pubblico, rischia di diventare un’altra cosa, anche dal punto di vista televisivo.
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