Focus: da Sarajevo “Ritorno all'inferno”
giovedì 7 aprile 2022
Focus, il canale tematico di Mediaset, ha dedicato, a cura di Carlo Gorla, la prima serata di martedì ai trent'anni dall'assedio di Sarajevo, uno dei momenti più cruenti della guerra in Bosnia ed Erzegovina e il più lungo blocco nella storia bellica della fine del secolo scorso: durò dal 5 aprile 1992 al 29 febbraio 1996 causando 12mila vittime e oltre 50mila feriti, la maggior parte dei quali tra i civili. Lo scontro vide opporsi le forze del governo bosniaco (che aveva dichiarato l'indipendenza dalla Jugoslavia) all'Armata popolare jugoslava e alle truppe serbo-bosniache che volevano annientare il neo-indipendente stato della Bosnia ed Erzegovina per creare la Repubblica serba di Bosnia ed Erzegovina. Due i documentari proposti uno dietro l'altro. In apertura Jugoslavia, la morte di un Paese, di Roberto Olla, sulla dissoluzione della Jugoslavia di Tito. A seguire 1992-2022 Ritorno all'inferno, reportage di Toni Capuozzo, che per l'occasione è tornato nei luoghi delle sue telecronache assieme al suo storico cameraman Igor Vucic per ricordare il clima di quei giorni, ma anche per un parallelo con la crisi ucraina circa la follia della guerra: «L'uomo – dice Capuozzo – non è capace di imparare dai suoi propri errori». Dal reportage del noto giornalista (che in questi giorni ha suscitato non poche polemiche per aver espresso dei dubbi sulle immagini dei morti di Bucha) emerge anche l'amara constatazione che siano servite a poco le cronache di guerra, almeno nel caso della ex Jugoslavia. L'unico risultato positivo, a suo giudizio, è di aver portato trent'anni fa in Italia un bambino di pochi mesi che aveva perso la mamma e subìto l'amputazione di una gamba durante un bombardamento. Oggi, il giovane trentenne sta bene, è tornato in Bosnia e cammina grazie a una protesi italiana.
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