sabato 27 aprile 2013
Giovanni mormora: «Così mi ha detto il Signore: “Va', metti una sentinella che annunzi quanto vede”. La vedetta ha gridato: “Signore, io sto sempre, tutto il giorno, tutta la notte…”». La fila si muove. I suoi non permettono a nessuno di sostare davanti al battezzatore. Alcuni vorrebbero abbracciarlo. Ma li tirano via. Giovanni continua i gesti ad arco, mormora. «O popolo mio, calpestato… Oracolo sull'Idumea. Mi gridano da Seir: “Sentinella, quanto resta della notte?”». La fila pigramente prosegue da ore. Giovanni è stanco, ma resta dritto nell'acqua, il sole lo colpisce. «La sentinella risponde: “Viene il mattino, poi anche la notte…”». Si trova faccia a faccia con Gesù. Il suo gesto di raccogliere l'acqua si arresta. La mano sparisce lentamente nel tuffo. Il braccio si distende lungo il corpo. Alcuni secondi interminabili. Uno che ha finito di combattere. La fila si ferma. Giovanni guarda Gesù fisso in volto. Non è cambiato, la barba più lunga, il viso intenso che ricorda di aver veduto in qualche occasione. Sulla fronte sembrano passare nubi. Movimenti di un pensiero inafferrabile. Gli occhi scuri, scheggianti come grido di uccello sul mare. Anche lui – come tutti al Giordano – sta pensando alla sua vita futura? A qualcosa di illeggibile che vede nel fondo di se stesso?
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