“Don Matteo”, tutto secondo copione
venerdì 1 aprile 2022
Ogni ritorno di Don Matteo non si può che salutare con favore, anche se questa volta ci attende un addio di non poco conto, quello dello stesso don Matteo alias Terence Hill. Al suo posto arriverà don Massimo, ovvero Raul Bova. Ma ancora c'è tempo. Intanto godiamoci questi ultimi episodi con l'interprete originale che a certe condizioni (non più una serie lunga, ma quattro film all'anno) sarebbe pure rimasto. Lo ha spiegato qualche giorno fa Tiziana Lupi su queste pagine. Intanto, ieri sera su Rai 1 è partita la tredicesima stagione che, se dobbiamo essere sinceri, ha lasciato qualche perplessità sullo sviluppo della vicenda. È sembrato infatti un po'pretestuoso l'espediente del sogno del maresciallo Cecchini (Nino Frassica) che si ripete a più riprese. Ha dato l'idea di uno stratagemma per allungare l'episodio, portarlo a coprire l'intera serata, e sfruttare al massimo il girato con Terence Hill, anche perché una volta superata la ciclicità del sogno, la vicenda torna lineare e si avvia alla conclusione, che come sempre è abbastanza imprevedibile. Così facendo Cecchini diventa anche il vero protagonista, mentre gli altri, don Matteo compreso, appaiono comprimari. Un po' spiazzante anche la citazione iniziale tratta da Gramsci («Voglio che ogni mattino sia per me un capodanno. Ogni giorno voglio fare i conti con me stesso e rinnovarmi ogni giorno» che deve fare il paio con quella finale dall'Apocalisse («Ecco, io faccio nuove tutte le cose»). Per il resto c'è tutto il positivo di una serie come Don Matteo. Nel caso specifico il valore dell'amicizia, la paternità (umana e divina), il perdono… Il tutto con il solito efficace mix tra riflessioni profonde, buoni sentimenti, situazioni divertenti e sdrammatizzanti sullo sfondo degli angoli più suggestivi della bella Spoleto.
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