Dimissioni, attenti al modulo
martedì 4 marzo 2008
Porta la sigla Mdv il nuovo modulo per le dimissioni volontarie, da compilare obbligatoriamente in caso di cessazione spontanea del rapporto di lavoro. Il modulo nasce per volontà della legge 188/2007 per ostacolare il fenomeno delle dimissioni dei lavoratori, e soprattutto delle lavoratrici, fatte firmare in anticipo e senza data da datori di lavoro senza scrupoli. La compilazione del modello è obbligatoria a partire da domani 5 marzo, va fatta esclusivamente via Internet presso le Direzioni provinciali del lavoro, oppure presso i Comuni, i sindacati, i patronati ecc. ed interessa tutti i lavoratori dipendenti, i collaboratori di qualsiasi tipo, gli associati in partecipazione, i soci di cooperative. Per garantire la reale volontà del lavoratore di lasciare spontaneamente il posto di lavoro, il modulo ha una validità limitata a soli 15 giorni, entro i quali l'interessato deve consegnarne una copia al datore di lavoro. Oltre questi termini il rapporto di lavoro viene considerato ancora in corso con tutti i risvolti del caso. Le garanzie offerte dal nuovo sistema comportano però un nuovo fardello amministrativo per i datori di lavoro, che corrono il rischio di trovarsi spiazzati di fronte ai comportamenti anomali del lavoratore (non si presenta al lavoro, diventa irreperibile, si dimette con una telefonata ecc.).
A tutto questo si aggiungono gli effetti, ancora poco approfonditi, del nuovo sistema delle dimissioni sull'eventuale pensionamento del lavoratore. Una possibile trappola sia per chi è interessato ad una pensione di vecchiaia, di anzianità o di invalidità sia per l'azienda.
Anzianità. Per la pensione di anzianità la previdenza richiede, infatti, che il lavoratore, oltre al possesso dei requisiti di età e di contribuzione, abbia cessato il servizio prima della decorrenza della pensione. Per queste pensioni la cessazione dal servizio avviene sempre previe dimissioni spontanee del lavoratore. Questi, ora, deve aggiungere ai requisiti per la previdenza anche la comunicazione preventiva delle dimissioni e deve ricordarsi di farle rientrare entro i 15 giorni che precedono la pensione effettiva. In caso di anticipo il requisito dei contributi rischia di non essere completato, in caso di ritardo si ha una conferma automatica del rapporto di lavoro e quindi l'impossibilità del pensionamento nei tempi programmati.
Vecchiaia. Oltre a ripetere quanto detto per le pensioni di anzianità, in caso di pensioni di vecchiaia le preoccupazioni del caso investono soprattutto il datore di lavoro. Le aziende, infatti, mettono costantemente sotto osservazione il numero dei lavoratori che lasciano il servizio per raggiunti limiti di età. E dunque le inosservanze e il mancato rispetto dei termini per formalizzare le dimissioni con il nuovo sistema impongono la prosecuzione del rapporto di lavoro.
Invalidità. Anche chi lascia il lavoro a causa di una infermità può essere soggetto alle nuove regole.
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