Dal Barocco tedesco riaffiora Gebel colonna sonora delle feste natalizie
domenica 2 gennaio 2005
Squilli di trombe, rulli di timpani; e la tela si alza. In scena, il grande mistero della nascita del Salvatore, con il coro che può finalmente intonare a gran voce tutto il suo raggiante stupore: «Gioite, Cieli! Gioisci, Terra! Dio stesso si è fatto uomo, nelle sembianze di un bambino'». è sufficiente una manciata di secondi per rendersi conto di quale clima festoso sia pervaso il disco che i gruppi vocali e strumentali Cantus & Capella Thuringia, diretti da Bernhard Klapprott, hanno dedicato a due tra i più brillanti e pregiati lavori del compositore George Gebel "il Giovane" (1709-1753): l'Oratorio di Natale e quello per la Vigilia di Capodanno (cd pubblicato da Cpo e distribuito da Sound and Music). Pagine da collocare stilisticamente nell'alveo della radicata tradizione dell'oratorio in lingua tedesca, portata in auge dal grande Heinrich Schütz e resa immortale dal sommo Johann Sebastian Bach; opere ormai purtroppo cadute in oblio, ma che nei tempi passati hanno goduto di duratura fortuna, al punto da venire puntualmente eseguite nelle appropriate occasioni liturgiche almeno fino ai primi decenni dell'Ottocento. Musicista conteso dalle prestigiose cappelle di corte di Breslavia e Varsavia, Dresda e Rudolstadt (cittadina della Turingia dove si spense non ancora quarantaquattrenne), Gebel ha saputo qui infondere la cifra distintiva della propria insegna creativa, espressa nella teatrale plasticità dei dettagli narrativi come nello splendente luccichio di melodie estremamente orecchiabili, nell'intima poesia chiamata a disvelare l'attesa di salvezza dell'umanità come nell'effervescente esaltazione della gloria celeste. Il tutto incastonato in una rigida forma musicale che prevede la stretta sequenza di recitativi dal carattere meditativo ("secchi" o "accompagnati"), eleganti arie solistiche (anche duetti) e solidi interventi corali di alta scuola luterana, adagiati sul cangiante sottofondo timbrico e sonoro ottenuto mediante un sapiente equilibrio alchemico tra gli interventi degli strumenti a fiato e l'accompagnamento delle sezioni d'archi. A celebrare l'autentica dimensione sacrale della Festa, intesa come momento solenne di memoria, di letizia e di sentito ringraziamento.
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