Dai campi alla tavola prezzi in salita di dieci volte
domenica 17 luglio 2022
Dieci volte. Di tanto aumentano i prezzi degli alimentari lungo i passaggi dai campi e dalle stalle alle nostre tavole. Non è cosa di oggi. Ma certamente oggi il fenomeno assume maggiore forza, spinto com'è dall'inflazione che ha ripreso a galoppare, dai problemi sul fronte delle materie prime e dal cambiamento climatico che, lungi dall'essere qualcosa di lontano, fa ormai toccare ogni giorno i suoi effetti. Come sempre, pochi numeri bastano per capire meglio. Stando ai calcoli effettuati dai coltivatori diretti, dal grano al pane i prezzi aumentano, come si è detto, anche di dieci volte. Tra le cause, secondo Coldiretti, vi sarebbero anche le speculazioni e le distorsioni all'interno delle filiere. Che hanno due effetti, stando sempre all'analisi svolta dai coltivatori: rendono più poveri i consumatori e danneggiano gli agricoltori. Che sia sempre esattamente così è tutto da indagare, e dipende molto dalle singole filiere, dalle condizioni dei mercati (anche locali), dal momento della rilevazione, dai cambiamenti in atto repentinamente anche nell'ambito degli scambi internazionali. Ma, pur tenendo conto di tutto questo, è un fatto che dai campi alle tavole la distribuzione del valore sia notevolmente sbilanciata. Ed è un fatto non solo di oggi, è bene sottolinearlo. Secondo l'analisi Coldiretti su dati Ismea, per ogni euro speso dai consumatori in alimenti freschi e trasformati 15 centesimi vanno in media agli agricoltori ma se si considerano i soli trasformati la remunerazione nelle campagne scende a 6 centesimi circa. Ci sono poi esempi eclatanti. Da quello del pane a quello dei pomodori. Più in generale, è l'indicazione che arriva dagli economisti che analizzano la distribuzione del valore, pare che ancora oggi questo sia più concentrato nelle parti finali della catena (vendita al dettaglio e trasporti), alle quali seguono le fasi industriali e poi quelle agricole in senso stretto. Tutto, adesso, viene poi estremizzato dalle vicende internazionali che hanno fatto impazzire i mercati delle materie prime e di alcune di base alimentari. In ogni caso, la parola d'ordine per tutti appare essere una sola: riequilibrio. Lungo le filiere agroalimentari, nei mercati, nelle politiche nazionali ed europee. Riequilibrio che, all'atto pratico, può essere reso concreto pensando a quegli accordi di filiera che in molte parti dell'agroalimentare sono già realtà ma che devono trovare ancora più spazio e solidità. Un traguardo importante ed obbligato per tutti gli attori di un settore, quello agroalimentare, il cui ruolo strategico è ormai indiscusso.
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