Crozza, il ritorno del «castigat mores»
domenica 25 settembre 2022
Maurizio Crozza irrompe nella campagna elettorale, ma a modo suo rispetta la par condicio: ne ha per tutti, dalla Meloni a Letta, da Renzi a Berlusconi dopo un doveroso tributo alle gaffes di re Carlo III alle prese con la stilografica e non solo. Nella ripresa stagionale di Fratelli di Crozza (che adesso per possibili assonanze politiche preferirebbe chiamare Cugini), il venerdì alle 20,25 su Nove, il popolare imitatore si presenta duro con la leader di Fratelli d'Italia, ribattezzata Melonicron come la variante di un virus, donna dai due volti, con sedici anni di anzianità parlamentare (alla faccia della novità) e sulla coscienza il voto in Parlamento per Ruby nipote di Mubarak. Ma ancora più duro Crozza si dimostra con gli ultimi segretari del Pd che hanno fatto di tutto «per portare la Meloni dal 4% a Palazzo Chigi» e soprattutto se la prende con Letta che immagina abbia dimenticato gli «attributi» a Parigi dove insegnava cose di sinistra altrettanto dimenticate una volta tornato in Italia. Più scontate le battute su Renzi versione Jerry Lewis che si nasconde dietro Calenda in modo che se vince si prende il merito di avere agito dietro le quinte e se perde sa a chi dare la colpa. In ogni caso non c'è molto da ridere, ancor meno quando Crozza fa vedere Berlusconi a Porta a porta e poi lo imita sulla famigerata affermazione circa la guerra in Ucraina con Putin che voleva semplicemente «mettere al posto di Zelensky un governo di persone perbene». Si ride senz'altro di più con gli ingarbugliati calcoli del ministro Cingolani, ma si tratta di un'eccezione in una serata in cui Crozza, pur sempre bravo grazie anche alla spalla di Andrea Zalone, si mostra un fustigatore della politica nostrana andando ben oltre il ruolo tradizionale del comico che fa satira sui potenti di turno.
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