sabato 25 maggio 2013
«L'avete visto anche l'altro giorno, no? Con quel soldato romano, il centurione. Dio dei cieli, un invasore, che chissà da quale regione arriva a premere il calcagno sul nostro popolo… E lui cosa fa? Lo ascolta, addirittura vuole andare a casa sua, e poi gli guarisce il servo, l'amante o cosa era quel giovinetto ammalato». «Aveva aiutato la costruzione della Sinagoga, non era poi così malvagio. E forse non è bene la guarigione?», dice pigramente Andrea. Giacomo passa da bere al ragazzo che continua ad agitarsi nella stanzetta. Fuori calano le tenebre. Gesù è sparito da un'ora, cerca luoghi isolati per raccogliersi e sfuggire alla folla che lo preme. Ammalati di ogni genere che lo toccano, gridano il suo nome.Ieri Pietro gli ha preso un braccio, vedeva il suo capo pendere di stanchezza in mezzo all'assedio della folla. «Maestro, devi mangiare...». E il Nazareno lo aveva guardato come un bambino sperduto. «Sì, bene la guarigione, bene! Certo!» prosegue sarcastico il ragazzo. «Ma poteva risparmiarsi di dire che in quel soldato ha visto più fede di tutti in Israele. Più fede di tutti! Come si fa a dire una cosa del genere di uno sporco soldato bastardo romano! Gli scribi e i farisei presenti sono diventati di pietra…».«Sono diventati come sono, delle statue» dice Pietro tra i denti.
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