Cosa succede se "cambio i miei"...
martedì 16 febbraio 2021
Una ragazza romana che a 17 anni non ha mai visto Piazza San Pietro preoccupa e non poco, più della sua dichiarata dipendenza dal cellulare. Eppure lei, Giulia, nonostante viva in una casa di poche stanze con tre fratelli più piccoli, riesce a ritagliarsi il tempo per la lettura e lo studio. A scuola va bene. Figuriamoci se non leggesse e andasse male a scuola. Cosa che invece succede ad Aurora, 16 anni, anche lei di Roma, cresciuta però in una casa grande con tanto di giardino e un solo fratello. La mamma conferma: «A casa siamo in quattro». Il fratello ribatte: «Ma è come se fossimo in tre». Aurora, infatti, a differenza di Giulia, non aiuta nelle faccende domestiche. Se ne sta sdraiata a letto o sul divano preoccupata solo che non venga meno la connessione wifi. Ragazze tra loro diverse (smartphone a parte), ma entrambe con qualche difficoltà di relazione in famiglia, soprattutto con i genitori, tanto da decidere di cambiarli, anche solo per cinque giorni. È quello che succede in Quasi quasi cambio i miei, un factual (un programma cioè che segue vicende di persone comuni) prodotto da Endemol Shine Italy per Discovery Italia, in onda la domenica in prima serata su Nove, che ricalca il precedente Cambio moglie (tutt'ora in onda a ruota del nuovo), che attraverso due donne che si scambiano per una settimana casa e cura dei congiunti, mette a confronto stili di vita e modelli famigliari diversi. In Quasi quasi cambio i miei accade la stessa cosa, solo che a scambiarsi famiglia sono due figli adolescenti. In entrambi i casi, perché tutto funzioni, occorre che lo scambio avvenga tra persone agli antipodi che ignorano la situazione che troveranno. Non parliamo però di esperimento sociale, fosse solo per la componente di recitazione che non manca mai in questi casi. Tuttalpiù è un modo per mettere in evidenza le nostre cattive abitudini e in dubbio le nostre certezze. Inoltre, stando a quanto visto sinora, i protagonisti sembrano uscire migliorati dall'esperienza fatta. È senz'altro voluto dagli autori, ma è già qualcosa.
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