“Corpo libero”, i mali della ginnastica
martedì 1 novembre 2022
La ginnastica artistica, intesa come sport ad alti livelli, sta offrendo spunti a serie tv, libri e film. L’essere il risultato di forti rinunce e di allenamenti massacranti si presta a riflessioni sulla disciplina, sull’impegno per raggiungere certi obiettivi, sugli ambienti chiusi e militareschi, sulla competizione spietata, sul rapporto con il proprio corpo e più in generale sull’adolescenza visto che soprattutto le atlete danno il massimo da giovanissime, prima ancora di formarsi come donne. Tutto questo è concentrato anche nella serie in sei puntate Corpo libero (disponibile sulla piattaforma di Paramount+ e già in programma nel 2023 su Rai 2), che racconta la storia di Martina e di un gruppo di ginnaste impegnate in un torneo internazionale nel chiuso di un albergo di montagna, un microcosmo soffocante. Martina, tra l’altro, dopo essere stata ferma per un infortunio, soffre ora di un disturbo ossessivo compulsivo scatenato dall’ansia e dalla paura. Da qui il duro confronto con le altre e con se stessa. Ma Corpo libero, basato sull’omonimo romanzo di Ilaria Bernardini, è anche un thriller, con tanto di omicidio di un’atleta, che serve a tenere su il racconto con la suspense per sapere chi è l’assassino o l’assassina. Per il resto, la serie scritta da Ilaria Bernardini, Ludovica Rampoldi, Chiara Barzini e Giordana Mari e diretta da Cosima Spender e Valerio Bonelli riflette sulla ricerca ossessiva della perfezione, fisica e mentale, e dell’eterna giovinezza («Abbiamo sacrificato tutto per essere qui: niente cibo, niente sole, niente vita») per dimostrare come dietro alla spettacolarizzazione della ginnastica artistica, fatta di lustrini, acrobazie e leggerezza, si possano nascondere drammi personali di ragazze poco più che bambine con la voglia e la paura di crescere. © riproduzione riservata
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