Coronavirus, chi va oltre il talk-show
martedì 5 maggio 2020
L’argomento unico dei vari approfondimenti giornalistici televisivi è il Coronavirus. Se ne discute con estenuanti collegamenti via skype. Conosciamo un po’ tutte le librerie che stanno alle spalle dell’interlocutore di turno. Si comincia a non poterne più. Lo diciamo con il massimo rispetto anche per i numerosi virologi (di cui non sapevamo ne esistessero così tanti in Italia) che ormai passano da un tg a un talk show senza soluzione di continuità. Per cui non si può che apprezzare quando qualcuno torna a fare cronaca sul campo, come ad esempio Rete 4 con lo speciale Coronavirus, il confine con la realtà raccontando l’emergenza sanitaria attraverso gli occhi, la fatica e le emozioni di una dottoressa impegnata in terapia intensiva a Cremona, di un militare operativo all’ospedale da campo di Piacenza e di un pazienze Covid–19 di Bergamo. Tre storie di chi ha vissuto l’emergenza in prima linea e sulla propria pelle in tre territori simbolo del contagio. Un racconto (recuperabile su Mediaset Play) realizzato con tecniche “sporche”, immediate, in soggettiva con il proprio cellulare, alternate a riprese professionali per un ritratto che alla fine risulta autentico. Soprattutto la dottoressa di Cremona e il malato di Bergamo mostrano tutta la loro umanità, le loro paure, la sofferenza, la solitudine e lo sconforto, ma anche la volontà di lottare, ognuno nella propria condizione, contro la malattia per la vita. Sempre sul fronte televisivo del Coronavirus, merita segnalare anche il nuovo format per bambini Le cose che... nessuno ha il coraggio di dirti prima dei dieci anni, che dal 1° maggio è in onda ogni venerdì alle 19,35 su DeAKids (canale 601 della piattaforma Sky). Si tratta di un programma che affronta con semplicità ed efficacia temi forti come le pandemie e le fake news, cose che gli adulti non sempre sono in grado di spiegare a bambini così piccoli. In questo caso ci riescono i giovanissimi conduttori (Matteo Valentini e Sofia Dalle Rive) con un linguaggio adatto al target e l’ausilio di una grafica accattivante. Un po’ inferiore alle attese, invece, il primo episodio (in attesa dei nuovi in arrivo in estate) del documentario di Netflix Il Coronavirus in poche parole.
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