Canale 5, la mamma e il dono della vita
venerdì 23 aprile 2021
C'è anche il tema del fine vita e del testamento biologico nella nuova fiction Buongiorno, mamma!. E questo è già un atto di coraggio a prescindere, che va riconosciuto alla serie prodotta dalla Lux Vide di Matilde e Luca Bernabei per Mediaset, in onda il mercoledì in prima serata su Canale 5. L'inizio è spiazzante: quattro figli con il loro padre preparano la festa di compleanno per la mamma con tanto di candeline e coro di auguri. Solo che la mamma è una “bella addormentata”, immobile a letto in coma da sette anni. Trattandosi però di una fiction, sia pure ispirata a una vicenda vera, sentiamo il suo pensiero: «Mi chiamo Anna e questa è la storia della mia famiglia». Infatti, Buongiorno, mamma! (diretta da Giulio Manfredonia e Matteo Mandelli, scritta da Elena Bucaccio con Lea Tafuri e Leonardo Valenti) racconta della famiglia Borghi, composta da Guido (Raoul Bova) e Anna (Maria Chiara Giannetta) con i figli Francesca, Jacopo, Sole e Michelino. Attraverso piani temporali diversi, che ricordano anche per questo la serie americana di grande successo This is us, seguiamo passato e presente di Anna e Guido, la loro storia d'amore, il matrimonio, i figli, l'incidente. Ma alle problematiche dei figli che crescono senza il sostegno della madre si aggiunge qualcosa di misterioso nel trascorso di Anna e di Guido, reso inquietante dall'arrivo di una falsa infermiera, Agata. È lo stratagemma per aggiungere pathos al racconto e tenere ulteriormente desta l'attenzione. A parte questo, si avvertono già dai primi due episodi alcuni elementi positivi come il valore della famiglia e dell'amore disinteressato, oltre al valore della vita con il rifiuto di Guido di interrompere ciò che tiene viva la moglie sia pure in uno stato di coma profondo. Significativo l'incontro con il direttore di una clinica «per pazienti che non hanno aspettativa di guarigione e rientrano pertanto nella legge per il testamento biologico» dal quale Guido fugge contrariato scoprendo addirittura che l'idea di arrivare a staccare la spina era della suocera.
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