Camici in prima linea, spicca “Chicago Med”
giovedì 10 agosto 2017
Pompieri, poliziotti e medici; poliziotti, medici e pompieri; medici, pompieri e poliziotti… Invertendo l'ordine dei fattori non cambia la proposta estiva di Italia 1. Mentre sono tutt'ora in onda le avventure dei vigili del fuoco del distretto 51 di Chicago Fire e dei detective del distretto 21 di Chicago PD, è arrivato il momento delle storie dei medici e degli infermieri del Chicago Medical Center. Da agosto il filone delle serie ambientate nella città dell'Illinois si è infatti ampliato con Chicago Med, in onda il martedì in prima serata. In gergo si chiamano “spin off”, ovvero fiction che in qualche modo ne generano altre. In principio furono i pompieri, poi i poliziotti, ora i medici. Di ospedali, tra l'altro, è piena la tv. Si può dire che abbiano contribuito a farne la storia. I camici bianchi sono sempre stati «in prima linea»: dal dottor Manson della Cittadella, al collega Kildare, al Dr. House fino agli operatori sanitari di E.R., di Grey's Anatomy o dei Braccialetti rossi. Ma quelli del pronto soccorso traumatologico di Chicago Med sembrano una spanna sopra gli altri. Parlano come un'enciclopedia (medica, ovviamente). Mischiano l'ironia ai buoni sentimenti. Ogni episodio è strutturato allo stesso modo con storie in parallelo. La principale riguarda fatti drammatici che coinvolgono più persone (la sparatoria in un cinema o un grave incidente stradale) con il conseguente intervento d'urgenza su molti feriti. Le storie secondarie privilegiano gli aspetti psicologici (una ragazzina affetta da presunta anoressia o un bambino con una altrettanto presunta malattia rara). Alle vicende sanitarie s'intrecciano quelle giudiziarie (la caccia al responsabile della sparatoria o dell'incidente) e quelle sentimentali dei vari componenti il team medico. In questo senso Chicago Med rientra nei canoni classici del genere, che oggi si definisce “medical drama” e che appassiona da sempre il grande pubblico. I personaggi, raccontati con la lente delle emozioni, al ritmo dell'azione, diventano degli eroi, pronti a salvare i loro pazienti e a farsi valere sul piano professionale. Così, almeno nella finzione, il sistema sanitario privatizzato all'americana sembra funzionare. E per stare al passo con i tempi, grande spazio nelle singole storie a internet e ai social network.
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