Arriva il prestito remunerato in cibo
domenica 24 luglio 2022
Un prestito obbligazionario a tutti gli effetti ma remunerato in alimenti. Non è un'operazione di immagine, ma qualcosa di molto serio che parte da quanto sta accadendo all'agroalimentare stretto tra i costi delle materie prime, il clima che cambia e i mercati in evoluzione. Condizioni alle quali va data una risposta decisa che necessita di grandi investimenti uniti all'attenzione agli aspetti sociali e ambientali, oltre che economici, della produzione agroalimentare. È probabilmente a tutto questo che ha pensato EcorNaturaSì con l'emissione di un prestito obbligazionario di 10 milioni che sarà remunerato in buoni spesa corrispondenti ad un tasso di interesse netto del 3% annuo. Taglio minimo pari a 2.500 euro, durata quattro anni, Banca Etica lavorerà come collocatore ma le sottoscrizioni potranno avvenire in ogni punto vendita NaturaSì oltre che on line. «Vogliamo dare vita – spiega una nota – all'idea che il denaro si trasformi in cibo ma, soprattutto, in progetti di sviluppo dell'agricoltura biologica che consideriamo tra i principali alleati per la tutela dell'ambiente, per la lotta contro i cambiamenti climatici e per la sovranità alimentare». Operazione finanziaria ma non solo. Gli stessi promotori sottolineano: «Per anni si è dato per scontato che con il denaro si potesse accedere facilmente al cibo sugli scaffali dei supermercati, senza preoccuparsi di un sistema agricolo sempre più sofferente dal punto di vista economico, per il mancato riconoscimento di un giusto prezzo e sempre più dipendente da fertilizzanti chimici costosi». Un prestito obbligazionario remunerato in cibo, potrebbe essere uno degli strumenti per cambiare rotta. Anche perché, viene ancora spiegato, le «somme raccolte saranno impiegate da EcorNaturaSì per supportare le aziende agricole e le aziende di trasformazione nel migliorare le proprie strutture e fare investimenti a medio termine. Una parte del prestito verrà destinata per la ricerca e per sostenere la formazione di agricoltori,
oltre ad accompagnare i più giovani a svolgere la propria attività nell'ambito dell'agricoltura biologica». Ancora una volta l'agroalimentare si dimostra fucina di innovazione.
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