Anche senza Kvara “Napule è” in testa Occhio a Floris
giovedì 16 gennaio 2025
Caro Pino, Napule è - davvero - mille culure, anche quando c’è di mezzo un pallone. Il campione dal nome più impronunciabile passato sotto il Vesuvio, il georgiano Khvicha Kvaratskhelia, saluta e se ne va. Vola sotto la Torre Eiffel, come fecero i suoi predecessori napoletani Lavezzi e Cavani. Al cinepresidente Aurelio De Laurentiis, piace vincere, ma gli piace ancora di più incassare, al botteghino come al bottegone del Napoli (ha dato via anche Osimhen e Kim) dove dagli emiri qatarioti del Psg 80 ha appena messo in cassaforte 80 milioni di euro. I tifosi del Napoli ci sono rimasti male e per sdrammatizzare postano in rete l’ex idolo Kvara con la voce di Massimo Troisi che racconta, geniale, la parabola di Giuda. Da domani da Fuorigrotta fino a San Giorgio a Cremano non lo ricorderanno più come il Kvaradona, ma come il “Giuda” che ha tradito un popolo, al quale ha regalato dribbling e giocate magiche ma anche un addio da mercenario di questo calcio moderno sempre più strangolato dagli esosi fondi internazionali e dagli spregiudicati procuratori, oltre che dai padri patron che strappano a piacimento biglietti e potenziali bandiere. Con Kvara o senza, comunque il Napoli vince e convince e consolida un primato che a questo punto può mettere in discussione l’Inter e l’Atalanta che inseguono. Non certo la Juventus che sarà anche imbattuta ma a Bergamo è arrivata al paradossale 28° pareggio nell’anno solare e Thiago Motta, sempre più algido appollaiato in tribuna (squalificato) fa registrare un -13 punti rispetto alla gestione Max Allegri. Cambiando il timoniere il risultato non sempre cambia. Fino al 76’, al gol di Leao che ha permesso al Milan di sfangarla sul campo del Como, qualcuno ha temuto il peggio e già mugugnava in tribuna all’indirizzo di Sergio Conceiçao che a Riad, dopo aver regalato derby e finale di Supercoppa al popolo rossonero, ha debuttato a San Siro con un pareggino contro il Cagliari. Se fosse finita in parità anche a Como c’era già chi pensava a Giovanni Floris come nuovo mister del Milan. Fantacalcio? Può darsi, ma intanto il teleconduttore Floris si è appena diplomato a pieni voti al corso allenatori di Coverciano e con il patentino Uefa B in tasca magari potrebbe accettare anche incarichi part-time tra una puntata di DiMartedì e l’altra. Il teleallenatore lavorando per La7 magari è già finito sul taccuino del suo editore e presidente del Toro Urbano Cairo tra i papabili futuri mister dei granata. Facciamo i seri e torniamo alla diretta del campionato dove vanno registrati i momentanei black out della Lazio che non riesce più a vincere e della Fiorentina che addirittura rianima il fanalino di coda Monza che torna finalmente al successo. Il senatore e genius loci Adriano Galliani sorride per i 3 punti ma si indigna per la memoria profanata del suo nume tutelare e creatore del Monza Silvio Berlusconi, al quale il comune brianzolo non intende intitolare lo stadio. Forse, sarebbe stato più giusto chiamare il Silvio Berlusconi lo stadio del Monza piuttosto che l’aeroporto di Malpensa, ma evidentemente gli aerei volano assai più in alto del calcio di Serie A. © riproduzione riservata
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