Alice Sabatini, andiamoci piano: è una questione di mediaetica
mercoledì 23 settembre 2015
La blogosfera dell'informazione ecclesiale è tutta rivolta alle giornate che papa Francesco sta trascorrendo a Cuba, e rimane poco posto anche per gli altri significativi temi che, come sappiamo, attraggono stabilmente l'attenzione dei suoi abitanti. Figurarsi se rimaneva spazio per lo show-concorso di Miss Italia, e a maggior ragione per la scivolata compiuta dalla vincitrice Alice Sabatini, allorché ha dichiarato che avrebbe voluto vivere durante la Seconda guerra mondiale.Non ci sarebbe stato spazio neppure qui, se due amici di cui mi fido, Mauro Banchini e Simone Sereni, non si fossero posti su Facebook il problema mediaetico dell'ondata di critiche (uso un eufemismo) piovuta, attraverso i social network, sulla ragazza. Per farlo, rilanciano un argomentato intervento di Vittorio Zambardino su Wired (http://tinyurl.com/qzukeef): dove il punto non è l'affermazione della neomiss (sia che, come credo, volesse dire altro, sia che volesse proprio dire quel che ha detto). Il punto è, ancora una volta, il fatto che quando parliamo in Rete ci prendiamo il diritto di dire quasi tutto: fino al linciaggio, come lo chiama Zambardino (che in materia di comunicazione digitale è un esperto, decisamente credibile). La sua tesi è che Facebook, «realtà spostata», ci omologa a sé, ma dovremmo sapere che la «pietra finta, di plastica», che lanciamo «produce ferite vere». Meglio allora cercare di esprimersi come «se avessimo davanti la persona in carne ed ossa». E più fragile è il suo profilo pubblico, aggiungo io, più alta dev'essere la moderazione. Alice Sabatini ha 18 anni, e fino a ieri era una studentessa e cestista di Viterbo.Non so quanti cristiani si siano uniti al coro di chi ha sbeffeggiato questa ragazza. Ma so che ci sono dei cristiani che in Rete insultano e si insultano senza ritegno, ponendo agli autori dei blog qualche interrogativo. Mentre invece ci sono parole, in questo ragionare di Zambardino, che dovrebbero risuonare ancora più forte in chi, oltre che con la Rete, ha qualche familiarità col Vangelo.
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