Al via Cibus: l'alimentare chiede ricette anti-crisi
mercoledì 4 maggio 2022
Tutti per la difesa dell'agroalimentare italiano. E non solo per orgoglio nazionale, ma per importanti ragioni economiche e ambientali. Ed è un agroalimentare sempre più strategico quello in mostra a Parma nell'ambito dell'edizione 2022 di Cibus. Un comparto, anzi una filiera, che davvero significa moltissimo ma che continua a fare i conti con vecchi acciacchi ai quali se ne sono aggiunti dei nuovi.
Di tutto questo si è discusso ieri partendo dall'autorevole indicazione arrivata dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che a Parma fa sapere: «L'industria alimentare e la sua filiera hanno urgente bisogno di risposte finalizzate al superamento della fase emergenziale e alla proiezione verso una prospettiva di rilancio e duraturo sviluppo». Già, prospettive. E cioè possibilità di investire. E quindi necessità di avere certezze soprattutto sulle regole. Un'esigenza espressa più volte anche da tutta la filiera, alla quale, con onestà, il ministro delle politiche agricole, Stefano Patuanelli dice: «Sono pessimista sulla capacità di dare certezza a chi vuole fare impresa. C'è troppa burocrazia e l'unica norma sarebbe fare moratoria alle norme, per due anni non si legifera più». Tutto senza tenere conto delle contingenze drammatiche e improvvise. Che a loro volta determinano ulteriori problemi. Più di un'azienda agricola su dieci sta per chiudere e circa un terzo del totale lavora in perdita, dice per esempio Coldiretti. L'ultima causa in ordine di tempo è stata la guerra Russia-Ucraina. Un colpo basso che fa chiedere a Cia-Agricoltori Italiani «interventi più ampi e di lungo respiro tenendo conto che è il momento della solidarietà». Per questo, Filiera Italia, chiede a gran voce «accordi di filiera per garantire la copertura dei costi». D'altra parte, spiega Confagricoltura, «la guerra e la delicata situazione geopolitica internazionale hanno riportato il settore alimentare al centro del dibattito mondiale». Ma anche a dover sopportare forti tensioni sulle materie prime e sull'energia. Esattamente quello che non ci voleva per un comparto che nel 2021 ha fatto ripartire le vendite all'estero con un +14,7% rispetto al 2019. Ma per Federalimentare, «l'aumento dei prezzi delle materie prime, dell'energia, dei trasporti, dei container e dei noli si ripercuotono sulla filiera, mostrandoci molteplici fragilità». Una condizione che preoccupa anche il sistema della cooperazione, nota l'Alleanza delle Cooperative Italiane Settore Agroalimentare, con oltre 5mila realtà, 94mila occupati per un fatturato di 34,2 miliardi di euro.
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