scaffale basso 25 settembre 2016
lunedì 26 settembre 2016
Gianni Brera l’aveva soprannominato Maciste, perché aveva l’aria di un gigante buono Bruno Bolchi, capitano dell’Inter per sei stagioni a cavallo tra gli anni 50 e 60. E’ toccato a lui l’onore di rappresentare la prima figurina del primo album targato Panini dedicato al calcio. L’anno di gloria è quello del campionato di serie A 1961-62. Per la prima volta i fratelli Panini di Modena che fino al 1959 erano titolari di un’agenzia di distribuzione di giornali pubblicava in proprio una grande raccolta di figurine con le immagini di squadre e calciatori. La cronaca dice che al momento di andare in stampa il tutto ci si accorse che mancava la foto dell’Udinese e poiché nessuno voleva che si replicasse il tormentone dell’introvabile Feroce Saladino, la Panini fece fotografare la squadra all’ultimo momento dopo l’allenamento. Di sera. Nasceva così la curiosa “nera dell’Udinese” con un inedito sfondo scuro anziché il solito tappeto verde e di spalle gli spalti con i tifosi. A gennaio l’album era pronto, in copertina c’era il milanista Nils Liedholm. Fu subito un successo, 15 milioni di bustine vendute. Da allora le figurine hanno accompagnato generazioni di bambini che armati di coccoina e pennellino le incollavano all’album e le scambiavano al grido di “celo celo manca”. Il calcio non è stato il solo centro d’interesse (anche se il più gettonato) delle figurine che hanno immortalato tutte le discipline sportive nei quasi cent’anni di vita. Era infatti il 1867 quando la litografia Bognard di Parigi pubblicò una serie di figurine che illustrava i padiglioni dell’Esposizione Universale. La tv ancora non c’era e quei quadratini di cartoncino illustrato si dimostravano un ottimo veicolo su cui far viaggiare immagini, informazioni e pubblicità. E così è stato. Omaggio alle competizioni, all’agonismo e all’impresa sportiva e alle sue appassionanti sfide - in sella alla bici, al volante, sul ring o sulla pista da sci - le figurine raccontano tante storie dentro una Storia più grande che è la nostra Storia. Quella che si può scoprire tra le pagine di questo prezioso volume I migliori album della nostra vita. Storie in figurina di miti, campioni e bidoni dello sport  (Franco Cosimo Panini; 25 euro) che raccoglie le oltre 1000 figurine presenti a Modena alla mostra allestita al Mata in occasione del Festival di filosofia dedicato quest’anno all’agonismo e aperta fino al 26 febbraio 2017. Solo una piccola parte del grande Museo della figurina modenese. Un divertimento per bambini e adulti di ogni età. Il volume si può anche acquistare sul sito della casa editrice http://arte.fcp.it/

La giornata è ventosa e minaccia pioggia. Sono le sei, la mamma esce dal lavoro e si avvia verso casa, dove c’è già il papà a occuparsi dei tre bambini che intanto giocano in salotto, del cane e del gatto. La sera si annuncia speciale: mentre la mamma s’incammina, attraversa strade, percorre marciapiedi e poi s’inoltra nel metrò, a casa papà – perché succede che anche i papà si diano da fare in cucina – si allaccia il grembiule e accende il forno; ha deciso che a cena si mangerà la pizza, con grande gioia di tutti. Le due situazioni vanno di pari passo nella pagina di sinistra e in quella di destra di questo allegro e variopinto albo Arriva la mamma! (Giralangolo; 13,50 euro) scritto da Kate Banks e illustrato da Tomek Bogacki, che con il suo ritmo incalzante segue entrambe le situazioni in parallelo. Con un espediente narrativo e grafico, la scritta ondeggiante in rosso “La mamma sta tornando a casa” che compare in ogni pagina dispari, il racconto celebra l’attesa del rientro in modo rassicurante. Il piccolo lettore - che ha esperienza del salotto di casa e può riconoscersi nei piccoli sdraiati sul tappeto con trenini, palle e peluche - può contemporaneamente scoprire cosa accade alla mamma prima che suoni il campanello… e che tutti infine siedano a tavola davanti alla gustosa pizza. Una bella lettura che genitori e nonni possono condividere con i più piccoli. Dai 3 anni

Dopo Billy, il piccolo neo sceriffo del West dal curioso difetto di pronuncia,
Quentin Gréban ci regala un’altra avventura deliziosa con un piccolo protagonista altrettanto tenero e simpatico: Piccolo Indiano. Il cucciolo, che ha appena compiuto i sette anni, è in attesa del suo nome da indiano, quello costruito su misura della sua personalità, che porterà per tutta la vita. Ovvio che per ottenere un nome onorevole, che susciti rispetto e ammirazione dovrà compiere un’impresa grandiosa, straordinaria, senza precedenti. Il piccolino però deve fare presto:
per meritarsi il suo totem, come ha stabilito il Grande Capo, ha tempo fino al tramonto. Piccolo Indiano parte in quarta con in testa
progetti ambiziosi e
piani d’azione forse un po’ superiori alle proprie forze... Con un po’ di astuzia, un po’ di pazienza, un pizzico di fortuna e senza perdersi d’animo Piccolo Indiano sfida i pericoli più grandi. I raffinati acquerelli di Quentin
Gréban -
illustratore belga premiato con numerosi riconoscimenti prestigiosi tra cui il premio St. Exupery - fanno di questo albo un piccolo gioiello e una meraviglia per gli occhi grazie al quale i più piccoli possono attraversare i territori del coraggio e dei progetti che volano alto. Pubblica LO Edition (14 euro) per lettori dai 3 anni.

Cosa significa amare? Come si fa a capire se e quando vogliamo davvero bene a qualcuno? E come ci si sente in questa situazione? Domande difficili a cui non si può rispondere con tanti ragionamenti. Perché l’amore è tante cose insieme, sentimenti, progetti, pensieri attenzioni, ricerche… La domanda dell’elefante è un piccolo compendio di filosofia e di poesia che,
Leen Van Berg con i testi e
Kaatje Vermeire con le sue splendide illustrazioni offrono a piccoli e adulti. La scena si svolge in cima alla collina dove una volta l’anno si riuniscono tutti gli animali e qualche umano. Le domande arrivano con una certa esitazione e qualche imbarazzo dal giovane elefante. E le risposte non si fanno attendere. In tanti dicono la loro,
distillando il succo della propria esperienza. Amore è il calore dell’altro, è dimenticare tutto il brutto che ti ha fatto male male, aiutarsi nella fatica, parlare con il silenzio, andare nella stessa direzione, non poter fare a meno dell’altro o sentire la sua presenza anche quando è assente… Quanta bellezza in poche pagine. Dai 5 anni
Quanti abbagli prende il serpente appena risvegliatosi dal letargo. Sentendosi un po’ solo decide di andare in cerca di un suo simile, di uno che magari voglia diventare suo amico ma, forse un po’ stordito dal lungo sonno, ha la vista appannata. E così scambia lucciole per lanterne, o meglio un laccio da scarpe, una vecchia cintura, una canna per innaffiare il prato, un filo elettrico… per un serpente. L’apparenza inganna, il piccolo rettile che soffre di solitudine smania per trovare compagnia ma dovrà farsene una ragione: non tutto quello che striscia, è affusolato e flessibile può essere un serpente. Però nella vita ci vuole pazienza. Giocando con i colori e con le forme, con l’abilità della mano e la grazia degli acquerelli, Armin Greder porta il piccolo lettore nel mondo delle somiglianze e dei fraintendimenti, della solitudine che confonde il cuore e la mente. Ma sempre con sottile ironia e senso dell’umorismo. Il serpente tanto solo è pubblicato da Orecchio Acerbo ( 13 euro). Dai 3 anni
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