Scaffale basso
giovedì 15 gennaio 2015
​La sua prima osservazione seria del comportamento animale risale a quando aveva solo cinque anni. Ferma, immobile, aveva aspettato per ore che la gallina appollaiata nel suo nido deponesse l’uovo. Assistere con curiosità e stupore a quell’evento le consentì di apprendere dall’esperienza una lezione che l’ ha accompagnata per la vita: devi essere paziente se vuoi imparare qualcosa sugli animale. Jane Goodall la pazienza l’ha coltivata e nutrita con determinazione nel suo modo personalissimo di essere etologa. Semplicemente osservando nel loro mondo gli animali selvatici e liberi e i loro comportamenti, registrando tutto ciò che sentiva e vedeva. Ha cominciato nel 1960, a ventisei anni, a vivere tra gli scimpanzé, la sua grande passione, trasferendosi dall’Inghilterra in Tanzania, senza alcuna esperienza, con un diploma di segretaria (si sarebbe laureata cinque anni dopo in etologia a Cambridge) il suo sogno infantile in tasca e la determinazione a realizzarlo. Voleva imparare cose che nessun altro sapeva Jane Goodall, scoprire i segreti degli scimpanzé osservandoli pazientemente, direttamente tra le fronde dei grandi alberi delle foreste africane. Impegno lungo e faticoso, che nessuna donna aveva mai tentato ma pieno di emozione e di contatti incredibili con tanti esemplari di scimpanzé, talvolta con intere famiglie, come scopriamo tra le pagine di questa piccola autobiografia intitolata La mia vita con gli scimpanzé. Una storia dalla parte degli animali (Zanichelli; 10,80 euro),
racconto entusiasmante e a tratti commovente di cinquant’anni di vita e di indagini confluite dal 1977 nel Jane Godall Institut che sostiene ricerche sul campo e progetti per la tutela degli scimpanzé e del loro ambiente, con sedi in tutto il mondo. Dai 12 anni, una lettura per tutte le età.

Non si può mai sapere cosa si può trovare quando si fruga tra i rifiuti. Tra i cumuli sempre più alti di immondizia nel quartiere-discarica di Behala, in una città imprecisata del Sud del mondo i ragazzi-spazzatura raccattano quello che la città dei quartieri ricchi butta via. L’avventura di Raphael, Gardo e Ratto, tre quattordicenni che passano le proprie giornate a smistare rifiuti da rivendere a poco prezzo, inizia con un fuori programma di un giorno fortunato. Almeno così appare. Presto però il borsello di pelle affiorato sotto fondi di caffè con un portafogli ben gonfio di soldi, una mappa, una chiave e una carta d’identità dentro, è destinato a portare più guai che altro. Quando la polizia piomba nella favelas decisa a recuperare il malloppo a tutti i costi, i tre si accorgono di aver messo le mani su qualcosa di davvero scottante. Cosa? Per scoprirlo bisogna leggere le 273 pagine di Trash un racconto dell’inglese Andy Mulligan, (Rizzoli, euro 16), già diventato film di successo. La storia prevede inseguimenti, arresti e fughe, poliziotti corrotti e malavitosi ma anche adulti capaci di dare una mano ai ragazzini cui non difettano coraggio e ardire. Una storia di amicizia e generosità. Dai 14 anni.
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