Anna e Hanna: la Shoah nelle vite di due ragazze
martedì 21 gennaio 2014
Il 27 gennaio 1945 i primi soldati dell’Armata Rossa varcavano i cancelli del campo di Auschwitz. Quel giorno veniva allo scoperto una realtà che molti avevano ignorato o su cui altri avevano voluto chiudere gli occhi. Ma che sopravvissuti, testimoni e storici hanno raccontato in tutta la sua atrocità. Ancora una volta la Giornata della Memoria è l’occasione per proporre racconti, romanzi o documenti dedicati alla Shoah.
Si legge come un romanzo ma è in realtà una biografia Io voglio vivere. La vera storia di Anna Frank pubblicato dall’editore Sonda (14 euro). Mirjam Pressler, l’autrice - nota come la traduttrice in tedesco del Diario – ha credenziali di tutto rispetto, essendo stata incaricata dalla Fondazione Anne Frank di Basilea, titolare dei diritti del Diario, di realizzare una edizione ridotta di un volume critico che ha messo a confronto le due versioni che dei diari fece Anna stessa. L’operazione storica è interessante perché Mirjam Pressler riesce a ri-trasformare l’icona della Shoah nella coraggiosa ragazza ebrea, come tante rubata alla vita dalla follia nazista a soli sedici anni. A riconvertire un simbolo nell’adolescente vivace che era, piena di vita e voglia di crescere, di curiosità e speranze, la teenager che mai cede allo sconforto, che riesce a fare progetti nonostante la consapevolezza dei rischi incombenti su tutti gli abitanti del nascondiglio segreto. Preoccupazione dell’autrice nel ricostruire il profilo di Anna, e accanto a lei quello di tutti coloro che ne hanno accompagnato la breve vita, è di non indulgere in ritocchi o abbellimenti e manipolazioni facili da mettere in atto in questi casi. Non ultimo Pressler ci mostra un’Anna autrice di talento, capace di fare lei stessa del proprio diario personale, un documento storico appassionante e un romanzo avvincente. Dai 14 anni.
E’ sempre Mirjam Pressler – ma questa volta l’editore è Il Castoro – a firmare Un libro per Hanna (15,50 euro). Il romanzo, ispirato a una storia vera, inizia nel 1939, quando le leggi razziali e l’invasione tedesca della Polonia fanno chiaramente capire gli obiettivi di Hitler. Hanna ha quattordici anni ed è ebrea. Con cinque amiche, grazie a un’organizzazione sionista parte da Lipsia, destinazione ultima la Palestina. Il viaggio viene però deviato, all’ultimo, verso la Danimarca. Lungi dall’essere al sicuro le ragazze, che vivono un’estate spensierata, lontana dal clima greve che si respira in Germania, scoprono di essere nuovamente in trappola, perché Hitler invade la Danimarca. E loro vengono deportate a Theresienstadt dove passano sei anni, in condizioni terribili ma decise a stare insieme per sopravvivere alla barbarie. La Hanna protagonista del romanzo – racconta l’autrice - non è la Hanna B. che lei ha conosciuto oltre trent’anni fa in un kibbutz di Galilea, anche se molto dei suoi racconti è finito tra le pagine del libro. Certo le due si somigliano in un tratto straordinario: nonostante l’esperienza devastante del campo di concentramento entrambe non hanno perduto neppure un briciolo della loro grande generosità e umanità. Perciò la storia di Hanna B. non doveva andare perduta. Raccontarla è stato il miglior metodo perché non se ne perda la memoria. Una lettura da non mancare. Dai 14 anni.
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