“I Medici”, la fiction non è un libro di storia
giovedì 3 novembre 2016
IMedici continuano a far discutere, anche su queste pagine. La fiction di Rai 1 (il martedì in prima serata) prodotta dalla Lux Vide ha suscitato qualche malumore tra i nostri lettori. Qualcuno si è lamentato per presunte oscenità e per l'immagine di corruzione del collegio cardinalizio. In altri casi ha prevalso il dibattito sull'attendibilità storica (si veda il dibattito pubblicato martedì a pagina 2). Ripartendo da quest'ultimo non possiamo che ribadire quanto scritto all'indomani dell'anteprima a Firenze del primo episodio, anche perché i successivi lo hanno confermato: ne I Medici non ci sono verità storiche assolute, né attinenza totale ai fatti. Ne prendiamo atto con un po' di dispiacere perché sarebbe stato meglio ci fossero state verità e attinenza per dare qualche nozione corretta ai telespettatori. Per molti la vera storia della famiglia fiorentina diventerà questa. Ma le approssimazioni sono davvero tante. Qualcuna anche un po' banale, sia a livello di ricostruzione (si pensi al buffo gioco della palla che scimmiotta quel calcio in livrea che sarebbe nato solo nel 1530), sia a livello di ambienti (uno per tutti: il Duomo di Firenze che ogni tanto appare con la facciata ottocentesca). Ce ne facciamo comunque una ragione pensando che siamo di fronte a una fiction, a un racconto di fantasia nonostante il riferimento storico. Sulle presunte oscenità e sulla corruzione dei cardinali siamo, per assurdo, molto più vicini alla realtà. Forse qualche scena poteva anche essere meno esplicita (compresa quella del cardinal Cossa che insegue tre donne più o meno nude che hanno passato la notte con lui). Ma per il resto non c'è molto di cui scandalizzarsi tenendo conto che la fiction, come si diceva una volta, sarebbe destinata a un pubblico adulto. La Rai si limita a consigliare «bambini accompagnati». Sul piano della tecnica c'è poco di dire, il prodotto è di buon livello. Anche se nelle ultime due puntate è mancata l'azione ed è prevalso il parlato, mentre nelle precedenti si è fatto un eccessivo ricorso al flashback con salti continui a “vent'anni prima” a scapito della scorrevolezza della narrazione. Il tutto per tenere in vita Giovanni, ma soprattutto il suo interprete: Dustin Hoffman. Alla fine, tornando a una delle questioni iniziali, ci si potrebbe anche chiedere che immagine di papato arriva ai telespettatori che in una settimana vedono I Medici e The Young Pope. Ma questo è un altro discorso.
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