I segreti in tasca

Il signor Kenobi vestiva in modo non appariscente, ma a suo modo ricercato...
October 4, 2025
Primo piano del busto di una persona che si sta abbottonando un gilet marrone. Indossa una camicia azzurra a maniche lunghe e una cravatta gialla a piccoli motivi. La scena è in interni, con luce morbida e pannelli o tende chiari sullo sfondo.
Il signor Kenobi vestiva in modo non appariscente, ma a suo modo ricercato. Mai abiti o accessori di marca, mai un marchio in vista. In compenso, ogni volta che ci siamo incontrati non ho potuto fare a meno di notare di quante tasche fossero provvisti i suoi vestiti. In particolare, non mancava mai di indossare un panciotto, o gilet, costellato di tasche e taschine, sul modello del famoso prototipo di Bruno Munari. Da lì estraeva i suoi biglietti da visita, lì dentro occultava taccuini e foglietti di diverse dimensioni, sempre accuratamente ripiegati in modo da trovare posto nello scomparto più adatto.
Non potevano mancare le penne (almeno un paio, di colori diversi), né una matita, previdentemente protetta da un cappuccio di metallo. A seconda dell’occasione, Kenobi armeggiava con questo o quel rettangolo di carta, adoperando lo strumento di scrittura che più gli sembrava opportuno. Ho sempre resistito alla tentazione di sbirciare i suoi appunti, ma resto convinto che, nel caso, sarei rimasto deluso. Se anche non si fosse servito del giapponese, di sicuro avrebbe fatto ricorso a una qualche forma di stenografia per me inaccessibile. Non è quello che facciamo tutti noi, quando vogliamo mantenere un segreto? Lo mettiamo per iscritto, e così ci illudiamo di tenerlo al sicuro.

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