Le voci di Arvo Pärt, un dono per l’anima

Arvo Pärt And I heard a voice - Vox Clamantis, Jaan-Eik Tulve ECM / Ducale. Euro 22.00
November 17, 2025
Le voci di Arvo Pärt, un dono per l’anima
Il disco And I heard a voice è il dono che Jaan-Eik Tulve e l’ensemble Vox Clamantis hanno voluto offrire ad Arvo Pärt (classe 1935) per il suo novantesimo compleanno. L’album è stato pubblicato da ECM, l’etichetta tedesca che più di ogni altra ha contribuito a valorizzare e diffondere la produzione del compositore estone attraverso una serie di registrazioni di riferimento, spesso frutto della collaborazione diretta con lo stesso artista. Si tratta di un nuovo progetto dedicato ad alcune pagine corali sacre, perlopiù recenti, che delineano la continuità di una ricerca musicale e spirituale mai interrotta.
L’apertura è affidata all’ipnotico Nunc dimittis (2001), il Cantico con cui Simeone si congeda dal mondo dopo aver visto il Salvatore, a cui seguono i policromi pannelli sonori di O Holy Father Nicholas (2021), scritti per l’inaugurazione della nuova chiesa greco-ortodossa di San Nicola a Ground Zero (ricostruita dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 a New York). Ognuna delle Sieben Magnificat-Antiphonen (1988) si rivela un piccolo microcosmo musicale ed espressivo, carico di tensione narrativa e contemplativa, che rivela le doti di tenuta e precisione dei cantori di Vox Clamantis; Für Jan van Eyck (2019) celebra invece il grande pittore fiammingo e la pala d’altare “Adorazione dell’Agnello Mistico” della Cattedrale di Gand, così come Kleine Litanei (2015) rende omaggio al monaco irlandese San Virgilio (VIII sec.), attraverso frammenti di orazioni in bilico tra armonie e dissonanze.
La raccolta si chiude con lo splendido brano che dà il titolo al disco, And I heard a voice (2017), a oggi l’unica opera di Pärt basata su testo sacro nella sua lingua madre, tratto da un passaggio del Libro dell’Apocalisse: una sorta di benedizione che acquista l’andamento di una dolce ninnananna per chi sta “dormendo”, in attesa della risurrezione. Una nuova, preziosa tessera nel mosaico di quelle “preghiere in musica” che, fuori del tempo, sembrano destinate a risuonare all’infinito.

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