Jordi Savall ci porta sotto la Croce con le «Ultime parole» di Haydn
«Nella cattedrale di Cadice era tradizione eseguire ogni anno un oratorio per la Quaresima, in cui la musica doveva tener conto delle seguenti circostanze. I muri, le finestre, i pilastri della chiesa erano ricoperti di drappi neri e solo una grande lampada che pendeva dal centro del soffitto rompeva quella solenne oscurità. A mezzogiorno le porte venivano chiuse e aveva inizio la cerimonia. Dopo una breve funzione il vescovo saliva sul pulpito, pronunciava una delle ultime sette parole di Gesù sulla croce e la commentava. Dopo di che scendeva dal pulpito e si prostrava davanti all'altare. Questo intervallo di tempo era riempito dalla musica. Il vescovo saliva in cattedra e ne discendeva una seconda, una terza volta, e così via, e ogni volta l'orchestra interveniva al termine di ogni sermone. La musica da me composta dovette adattarsi a queste circostanze e non fu facile scrivere sette Adagi, ciascuno della durata di circa dieci minuti, che mantenessero in raccoglimento gli ascoltatori"».
Nei ricordi di Franz Joseph Haydn (1732-1809), l'origine della composizione delle Sette ultime Parole di Cristo sulla Croce è strettamente legata alla destinazione liturgica e al suggestivo apparato rituale che ne prevedeva l'esecuzione durante le cerimonie del Venerdì Santo; strutturato in sette movimenti lenti strumentali, incorniciati da un'Introduzione («Maestoso ed Adagio») e dal Terremoto finale («Presto con tutta la forza»), questo oratorio, paradossalmente "senza parole", aveva la funzione principale di stimolare le riflessioni e amplificare i sentimenti evocati dalla lettura dei brani evangelici.
Perfettamente in linea con tale orientamento, con la consueta e ormai proverbiale profondità di pensiero musicale Jordi Savall guida l'Hesperion XXI in un'ennesima lettura di riferimento assoluto (sacd pubblicato da Alia Vox e distribuito da Jupiter), calibrando ogni stacco, ogni fraseggio, ogni minima sfumatura espressiva ed elevando questa opera sublime a paradigma esistenziale universale; affinché, come ha sottolineato lo stesso maestro catalano nel booklet del disco, le frasi pronunciate sulla croce dal Salvatore vengano «convertite dalla forza della sensibilità, della compassione e dell'empatia nelle "Ultime Parole dell'Uomo"».
Nei ricordi di Franz Joseph Haydn (1732-1809), l'origine della composizione delle Sette ultime Parole di Cristo sulla Croce è strettamente legata alla destinazione liturgica e al suggestivo apparato rituale che ne prevedeva l'esecuzione durante le cerimonie del Venerdì Santo; strutturato in sette movimenti lenti strumentali, incorniciati da un'Introduzione («Maestoso ed Adagio») e dal Terremoto finale («Presto con tutta la forza»), questo oratorio, paradossalmente "senza parole", aveva la funzione principale di stimolare le riflessioni e amplificare i sentimenti evocati dalla lettura dei brani evangelici.
Perfettamente in linea con tale orientamento, con la consueta e ormai proverbiale profondità di pensiero musicale Jordi Savall guida l'Hesperion XXI in un'ennesima lettura di riferimento assoluto (sacd pubblicato da Alia Vox e distribuito da Jupiter), calibrando ogni stacco, ogni fraseggio, ogni minima sfumatura espressiva ed elevando questa opera sublime a paradigma esistenziale universale; affinché, come ha sottolineato lo stesso maestro catalano nel booklet del disco, le frasi pronunciate sulla croce dal Salvatore vengano «convertite dalla forza della sensibilità, della compassione e dell'empatia nelle "Ultime Parole dell'Uomo"».
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