E se finiamo senza il botto? Meglio non pensarci. E auguri
Tentati di chiudersi in casa e andare a letto presto? Il futuro é sconosciuto, meglio stare vicini in tanti ad affrontarlo, come fanno le acciughe

Ben ritrovate, ben ritrovati. Siamo al secondo dei grandi riti di questo periodo del calendario: dopo Natale é tempo di Capodanno. In quanto riti, questi momenti prevedono strutture di celebrazioni collettive con un "copione di emozioni" da provare (bontà per il Natale, euforia per il Capodanno), socialità da gestire e un livello di partecipazione che più ti sforzi meglio é. Sottrarsi é sconsigliato perché un effetto del rito (in quanto categoria antropologica per eccellenza) é che se non partecipi, ti stai sottraendo a un copione più grande di te, non é bello da parte tua verso la società. Infatti, se siete tra quelli che preferirebbero andare a letto alle nove ma si sentono in colpa, sapete esattamente di cosa stiamo parlando. Questo senso di disagio é voluto dalla forza del rito, che sa essere molto convincente nel generare adesione. Resistete. C'è una caratteristica che mi fa voler bene al Capodanno: é di fatto l'unico momento in cui si mette in scena il futuro e si archivia il passato. Per una rubrica che si occupa di paure questo che si conclude é stato un anno molto generoso. Guerre di cui non si intravede la fine (a discapito di quello che racconta Donald Trump), l'Unione europea che si riarma seppellendo senza troppo rimorso la volontà dei suoi costituenti e gli 80 anni di pace che ha garantito. Crisi climatica di cui invece non abbiamo abbastanza paura perché ancora percepiamo la natura come una forza autonoma, senza voler accettare la nostra responsabilità come specie. Democrazie sempre più impopolari, tasso terrificante di violenza di genere e ancora, ancora, ancora. Il 2026 saprà farà anche di meglio, temo, agitando paure facili (lo straniero) e rimpicciolendo quei tanti fenomeni umani che ci dovrebbero fare impensierire.
Dopo un anno così non vi preoccupate di dover essere particolarmente performanti nella cerimonia. Non cedete però al nichilismo che nega il simbolo. Non é un giorno come un altro ma é l'unico momento del calendario dedicato a un'evocazione del futuro come fatto collettivo. Per questo é una festa sociale, che ci prevede insieme ad accogliere un nuovo inizio. Per una volta non é un'esperienza on demand ma un evento di piazza, perché il futuro é sconosciuto e meglio stare vicini in tanti ad affrontarlo, come fanno le acciughe.
Pensate al futuro, esprimete desideri, siate svegli a mezzanotte, lasciatevi trasportare dal rito perché é sempre più forte lui. Buon anno.
© RIPRODUZIONE RISERVATA






