Friabili e discreti, come un sottile strato di pasta
L. e M. sono arrivati in monastero, portati da amici, curiosi di vedere dal vivo la realtà di immagini veloci trasmesse in televisione. Hanno rimesso insieme la loro vita, reimpastandola

Sfogliati friabili leggeri e alveolati. Sottili lamine di impasto e burro, piegate più e più volte, maneggiate con delicatezza secondo ritmi e tempi sapienti, raffreddate con costanza a tempo giusto e per il tempo necessario, sapendo attendere con pazienza il momento esatto per infornare. L. e M. sono arrivati in monastero, portati da amici, curiosi di vedere dal vivo la realtà di immagini veloci trasmesse in televisione. Suonano alla porta con in mano una cassetta di mele. Il frutto più semplice, ma ci tengono a specificarlo: «Quelle sono di qualità». Trascorrono qualche giorno con noi, li vediamo partecipare alla preghiera, sempre puntuali, discreti. Trascorsi insieme i pochi giorni in programma ci salutiamo con un arrivederci, come nostro solito, assicurando la nostra preghiera e vicinanza, e partono discreti così come sono arrivati.
Trascorrono pochi giorni, pochi per i molti chilometri che devono fare per raggiungere il monastero, e sono di nuovo alla porta, portano in dono dolci fatti in casa, sorridenti e contenti di dirci che sono in ferie dal loro lavoro full-time di nonni e, attrezzati di indumenti da lavoro, disponibili ad aiutare nei lavori primaverili di semina dell’orto. Condividiamo il tempo del lavoro e quello della preghiera, sempre presenti puntuali, discreti. Iniziano a raccontarsi, piccoli aneddoti di vita, semplici ma è pur sempre vita. Ci salutiamo con il classico arrivederci intuendo dai loro occhi che non trascorrerà molto tempo affinchè si realizzi. Ancora poco tempo e chilometro su chilometro tornano a farci visita, anche questa volta con piccoli doni caserecci, informati documentati e attrezzati per i lavori e le attività estive del monastero. Nello stare insieme, condividendo i lavori dell’orto, si raccontano sempre un po' di più.
Le esperienze della vita sono tante, raccontandole vengono fuori una dietro l’altra. Hanno viaggiato molto, partecipato operativamente a tante iniziative in Italia e all’estero per famiglie in difficoltà, rifugiati politici, popoli in guerra, di storie ne hanno da raccontare veramente tante, si percepisce dal ritmo incalzante della voce con cui dispiegano i racconti uno sopra l’altro come sfoglie, impastate da ricordi ed emozioni. Storie che potrebbero piegarsi una sopra l’altra, ognuna con nomi, volti, colori e profumi propri, accomunate però da pezzi di vita condivisi. Continuiamo a condividere insieme e con gioia le ore della preghiera, ed è proprio al termine della preghiera del vespro che L. e M., a comunità riunita hanno voluto salutarci con un arrivederci “motivato”. Tante esperienze e tante storie incontrate e vissute si erano per loro accumulate una sopra l’altra, quasi a formare una pila di scartoffie che solo a vederle da lontano sulla scrivania spingono a fare tante altre cose pur di non mettersi a rileggerle tutte per archiviarle nel faldone di pertinenza. Pagine dense, difficili da digerire, come i peperoni la sera. Ripercorse tra lavoro, condivisione e preghiera fin dalla prima volta quella pila spaventosa aveva iniziato a riordinarsi da sola, sfogliate una sopra l’altra con delicatezza, senza perderne nemmeno una, inframezzate da un congruo strato di burro fatto di vicinanza, preghiera, condivisione. Lasciate riposare e mantenute a temperatura tra un arrivederci e l’altro. E ogni strato lavorato ad arte, con pazienza e delicatezza fino a poter infilare lo sfogliato in forno che in poco tempo inizierà a diffondere il suo profumo inebriante, dolce e avvolgente, ben lievitato tanto che nei numerosi alveoli non si distinguono più i singoli strati.
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