Verna: il mio impegno fuori dai poli per una politica non urlata
di Carlo Verna
L'ex presidente dell'Ordine dei giornalisti candidato in Campania nella lista "Per". La proposta: al Paese serve un «polo della solidarietà»

Caro direttore,
“soccorrere è Vangelo, non ideologia”. La bella, netta frase di papa Leone XIV mi motiva ancor di più nella scelta fatta, di occuparmi di politica, senza lasciare le battaglie per la difesa della libertà di stampa a cominciare dal contrasto alle querele temerarie e dall’emergenza democratica costituita dalla Rai che lasciai un anno e mezzo fa sentendomi censurato. Credo che oggi si debba soccorrere proprio la più alta forma di carità, ovvero la politica, degradata a scontro permanente fra due poli che trovano coesione nel superare ampi dissensi interni non per trovare la giusta mediazione sui temi concreti della quotidianità, ma per scatenarsi contro l’avversario che diventa nemico.
Una diversa via anche per mitigare il desolante successo dell’astensionismo, invece, c’è ed il laboratorio l’abbiamo approntato in Campania con “Per le persone e la comunità“. Questa la sigla con cui ci presentiamo, cui ha aderito anche “Insieme”, la formazione promossa a livello nazionale dal professor Zamagni. Il campo è stato liberato, manco a dirlo, dai calcoli che hanno fatto l’ex presidente del Consiglio, Renzi, e l’ex ministro Calenda. Il secondo non è sceso in campo, il primo sostiene l’alfiere (l’ex presidente della Camera, Fico) del premier che fece di tutto per far cadere. Ricordo bene quei giorni avendo avuto la responsabilità, nel ruolo all’epoca di presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, di organizzare e gestire la conferenza stampa di fine anno di Giuseppe Conte. Ben venga che in Campania l’alternativa non sia prerogativa di due uomini soli al comando nei loro partiti: anche per questo un terzo polo cuscinetto non è mai decollato. Per noi non è un centro, ma un baricentro che padre Sorge avrebbe chiamato polo della solidarietà.
La tradizione dell’impegno dei cristiani in politica è nel segno di leadership orizzontali. Perciò con Nicola Campanile ci siamo divisi i compiti. Lui candidato Presidente, il sottoscritto capolista. E siamo pronti in futuro a ragionare con chi come Ruffini o Onorato sta esternando pensieri e sentimenti molto in sintonia coi nostri. Riferirsi al pensiero sociale della Chiesa e anche a quello di Sturzo, De Gasperi e Moro e scrivere al direttore di Avvenire non vuol dire porsi come nuovo partito dei cattolici, ma individuare un solido riferimento da coniugare con la difesa e l’attuazione piena della nostra splendida Costituzione, frutto di un tempo in cui si cercava il comune denominatore e il compromesso alto piuttosto che la lite utile all’attenzione mediatica.
Si racconta che Oscar Luigi Scalfaro avesse sul comodino la Bibbia e la nostra Carta Fondamentale. Idealmente anche noi l’abbiamo: fragilità, ambiente, pace, senza bisogno di citare i vari articoli dall’uguaglianza al ripudio della guerra, non sono priorità nel solco del Vangelo e dell’impegno civile nel segno della laicità dello Stato? Coloro che sono sfiduciati dalla possibilità di ottenere dalla politica risposte ai bisogni reali e soprattutto i giovani, per i quali vorremmo essere incubatori di protagonismo, crediamo abbiano bisogno di una proposta nuova come quella che stiamo provando ad articolare.
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