Privacy e politica: c'è un nuovo caso Report

Polemica su Ghiglia nella sede di Fratelli d'Italia. Il componente del Collegio: io corretto. Il conduttore: accetti l'intervista e torna all'attacco in tv
October 27, 2025
Privacy e politica: c'è un nuovo caso Report
Sigfrido Ranucci, giornalista di Report
 Nuovo scontro tra Sigfrido Ranucci e il Garante per la Privacy dopo la polemica dei giorni scorsi sulla multa da 150mila euro inflitta dall'Autorità a Report. Un video - andato in onda ieri sera su Rai3, nella prima puntata della nuova stagione, e anticipato sui canali social del programma - documenta l'ingresso di Agostino Ghiglia, componente dell'Autorità, nella sede di Fratelli d'Italia. La data è il 22 ottobre, il giorno prima della sanzione al programma per la messa in onda dell'audio tra l'ex ministro Gennaro Sangiuliano e la moglie Federica Corsini sul caso Boccia. L'Autorità «si muove su input politico», attacca Ranucci in un'intervista alla Stampa. Ma il Garante torna a ribadire la «piena indipendenza di giudizio e la libertà di determinazione dei suoi componenti», spiegando che le procedure istruttorie sono state «pienamente rispettate». Rompe il silenzio anche Corsini, respingendo la tesi di «influenze esterne» o «valutazioni politiche»: alla base delle decisioni del Garante, dice, ci sono «fatti oggettivi ed inequivocabili». E in serata replica lo stesso Ghiglia, rivendicando la massima trasparenza del suo comportamento: a via della Scrofa, dice al Corriere.it, «ho visto Italo Bocchino in merito a una presentazione a Torino e a Roma dei nostri due nuovi libri». Quanto alla presenza nella sede di Fdi di Arianna Meloni, «l'ho incrociata, ci siamo salutati e scambiati due convenevoli perché era molto impegnata...». La replica di Ranucci è immediata: «Se è così trasparente come dice, Ghiglia accetti un'intervista e faccia come noi di Report, ci metta la faccia. Gli abbiamo chiesto l'intervista già da tempo. Noi da parte nostra continueremo a lavorare per consegnare alle nuove generazioni un mondo migliore», rilancia il giornalista dopo aver mostrato il video di via della Scrofa. In apertura di puntata, anche le immagini dell'attentato subito a Pomezia una settimana fa: «Eccoci qui, sani e salvi. Fatemi abbracciare la mia squadra: dopo la bomba è stato innalzato il livello di scorta a me e a loro no. E siccome probabilmente la bomba era legata alle nostre inchieste passate e future, fatemeli abbracciare perché dimostrano grande coraggio. State loro vicino, perché la loro scorta siete voi».
Attaccano le opposizioni. È «inaudito» che Ghiglia sia stato visto entrare poche ore prima della decisione sulla multa a Report nella sede del partito di Giorgia Meloni, è l'affondo degli esponenti Pd in Vigilanza che chiedono l'intervento della Rai. Rincara la dose il responsabile Informazione della segreteria dem, Sandro Ruotolo, che parla di risposta «imbarazzante e rivelatrice» del Garante, in un «comunicato di circostanza» che non affronta il nodo politico, e cioè la presenza di un componente del Collegio a via della Scrofa. Insorgono anche gli esponenti M5s in Vigilanza, sollecitando una audizione urgente del presidente dell'Autorità Pasquale Stanzione e un chiarimento da Arianna Meloni. Sulla stessa linea Avs con Peppe De Cristofaro e Angelo Bonelli, che annuncia un'interrogazione al governo: «È in gioco il corretto funzionamento della nostra democrazia». Dalle file della maggioranza batte un colpo il senatore FdI Costanzo Della Porta: «Chi oggi siede alla Privacy è stato eletto nel 2020, quando c'era il governo Conte bis sostenuto da Pd e M5s, e in quel Parlamento Fratelli d'Italia era all'opposizione con un peso parlamentare pari al 4%. Insomma, altro che emanazione del governo Meloni». Per la prima volta, dopo mesi di massimo riserbo, interviene anche Federica Corsini. L'ipotesi di «interventi esterni» sulla decisione dell'Autorità è «del tutto priva di fondamento», sottolinea la moglie di Sangiuliano, giornalista del Tg2. «Il Garante non aveva altra scelta se non quella di intervenire, alla luce di circostanze oggettive e documentate», precisa, sottolineando che l'audio della telefonata «è stato illecitamente acquisito da una persona oggi imputata, con me parte offesa», come «afferma chiaramente» la procura di Roma. Per questo Corsini aveva diffidato la Rai e Report «non dal dare la notizia, cosa che da giornalista non avrei mai chiesto - spiega - ma dal trasmettere l'audio». Il programma di Ranucci «ha scelto di accettarlo e diffonderlo, pur conoscendone la provenienza illecita. Ciò rileva sia sotto il profilo penale, sia "sotto quello della tutela della riservatezza», continua Corsini che chiude così: «La libertà di informare è un diritto fondamentale  ma non può diventare uno scudo per violare la dignità delle persone e la legalità delle fonti».

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