Perché il governo chiede unità sui Lep per il sociale
La viceministra Bellucci rassicura: prestazioni uniformi in tutto il Paese. In manovra l'articolo 126 introduce le équipe multidisciplinari per la presa in carico. Il timore che lo scontro sui Livelli essenziali delle prestazioni metta in ombra la misura

Con il rischio che i Lep diventino oggetto di scontro (e di ostruzionismo) quando la manovra sbarcherà nell’Aula del Senato, la viceministra al Lavoro e alle Politiche sociali, Maria Teresa Bellucci, spiega perché andrebbe tenuto fuori dalla probabile baraonda l’articolo 126 della Legge di bilancio, riguardante i Livelli essenziali delle prestazioni sociali (Leps). «È una norma con cui il Governo compie un passo decisivo verso un welfare moderno, equo e realmente nazionale», spiega Bellucci assicurando che la scelta compiuta dall’esecutivo «dà piena attuazione all’articolo 117 della Costituzione, che attribuisce allo Stato la competenza esclusiva nella determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni civili e sociali da garantire uniformemente sul territorio».
Il testo in manovra è composto di due pezzi: una ricognizione degli attuali Leps già previsti (dagli interventi per le persone anziane non autosufficienti ai percorsi dell’Assegno di Inclusione, dagli standard dei servizi sociali territoriali alle misure per i minori, fino alle dimissioni protette, alla supervisione professionale e al pronto intervento sociale) e l’introduzione di un nuovo Leps, che il dicastero vorrebbe non fosse travolto dalla bagarre politica. Si tratta del «rafforzamento della valutazione multidimensionale e della presa in carico integrata attraverso équipe multidisciplinari», spiega la viceministra, e sarebbe, sostiene, «il riconoscimento istituzionale di un principio ormai imprescindibile: i bisogni delle persone non sono mai unidimensionali e servizi frammentati acutizzano le fragilità, non le attenuano». «A sostegno di questa visione – prosegue Bellucci - il Governo prevede in manovra un ulteriore stanziamento di 200 milioni di euro annui a partire dal 2027».
L’articolo 126 della manovra, spiega ancora la viceministra alle Politiche sociali, fissa una prima soglia iniziale del rapporto tra popolazione e assistenti sociali, indica come prioritaria la valutazione multidisciplinare e introduce un primo criterio per la composizione dell’équipe in relazione al numero degli abitanti. Inoltre, il testo in manovra istituisce il Sistema nazionale di garanzia dei Leps. Insomma un consolidamento della spesa sociale che farebbe diventare i Leps vincolanti (quasi) quanti i Lea applicati nella Sanità.
Il timore è che a pagare il prezzo della battaglia tra partiti sia soprattutto l’innovazione delle équipe multidisciplinari, attraverso la quale la presa in carico non sarebbe più un compito solitario degli assistenti sociali. Andando a rallentare un lavoro iniziato dal concorso per 3.839 professionisti del sociale negli Ambiti territoriali, tra i quali 979 psicologi e 1.251 educatori e pedagogisti. «Con questo intervento – conclude Bellucci - si compie una svolta: psicologi, educatori e pedagogisti diventano parte integrante e stabile del sistema pubblico di welfare».
Tuttavia, è evidente che per il contesto in cui sarà varata la manovra, la capacità del Parlamento di tenere i Leps fuori dallo scontro generale sui Lep non dipende solo dal senso di responsabilità delle opposizioni, ma anche dai segnali che manderanno maggioranza e Governo nelle prossime ore.
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