Per la Cassazione Berlusconi e Dell'Utri non avevano rapporti con la mafia

La suprema Corte respinge il ricorso della Procura generale di Palermo contro la sentenza di appello che aveva già negato la confisca per l'ex senatore di FI
October 22, 2025
Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri in una foto di archivio / ANSA
Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri in una foto di archivio / ANSA
La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso della Procura generale di Palermo contro la decisione della Corte d’appello, che aveva già rigettato la richiesta di sorveglianza speciale e confisca dei beni nei confronti dell’ex senatore Marcello Dell’Utri (condannato in via definitiva a sette anni di reclusione, in un altro processo, per concorso esterno in associazione mafiosa, pena già scontata) stabilendo che «non è risultata, a oggi, mai processualmente provata alcuna attività di riciclaggio di Cosa nostra nelle imprese berlusconiane, né nella fase iniziale di fondazione del gruppo né nei decenni successivi».
Non solo, gli stessi  giudici d’appello avevano smontato uno dei capisaldi dell’accusa, ovvero che il Cavaliere e quattro volte presidente del Consiglio avesse pagato Dell’Utri per indurlo al silenzio sui loro presunti rapporti con la mafia. Si legge infatti nella sentenza: «È indimostrata e illogica la tesi secondo la quale Berlusconi avrebbe versato somme di denaro a Dell’Utri per ottenere il suo "silenzio" sull’esistenza di indimostrati accordi con Cosa nostra». Ora la decisione della Cassazione di non proseguire il procedimento rende quel verdetto definitivo e mette fine a questa vicenda giudiziaria. Una notizia con soddisfazione dalla famiglia di Berlusconi e dal partito da lui fondato, Forza Italia. «Termina con la pronuncia della Cassazione una persecuzione giudiziaria e politica vergognosa fondata sul nulla che ha coinvolto mio padre e o suoi collaboratori da quando è sceso in politica», il commento di una delle figlie del fondatore di Fininvest, Barbara Berlusconi. Mentre per il leader attuale di Forza Italia, il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, «si cancellano anni di menzogne e calunnie, mettiamo la parola fine a una storia vergognosa e rendiamo giustizia alla memoria di un grande italiano».

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