mercoledì 20 giugno 2018
All'udienza papa Francesco ha ricordato che "il mondo non ha bisogno di legalismo, ma di cura. Ha bisogno di cristiani con il cuore di figli"
 Il Papa: il mondo ha bisogno di cura, non di legalismo
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Tra i fedeli presenti all’udienza odierna ci sono anche più di 350 persone tra malati di Sla, accompagnati dai loro familiari e volontari di Aisla (Associazione italiana Sclerosi laterale amiotrofica). Una “prima volta” dal Papa, organizzata in vista della Giornata mondiale sulla Sla che si celebra ogni anno il 21 giugno per portare l’attenzione su una malattia che colpisce circa 450mila persone in tutto il mondo.

Nella catechesi papa Francesco si è concentrato sulle Dieci Parole che "sono il cammino per la libertà, perché sono la parola del padre che ci fa liberi nella vita".

"Che differenza c’è fra un comando e una parola? - ha chiesto il Papa - Il comando è una comunicazione che non richiede il dialogo. La parola, invece, è il mezzo essenziale della relazione come dialogo. Dio Padre crea per mezzo della sua parola, e il Figlio suo è la Parola fatta carne. L’amore si nutre di parole, e così l’educazione o la collaborazione. Due persone che non si amano, non riescono a comunicare. Quando qualcuno parla al nostro cuore, la nostra solitudine finisce, riceve la parola, si da la comunicazione, Dio si comunica in queste dieci parole".



“Altro è ricevere un ordine, altro è percepire che qualcuno cerca di parlare con noi”. Lo ha spiegato il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, a proposito della differenza tra comandamento e parola. “Un dialogo è molto di più che la comunicazione di una verità”, ha detto Francesco, che poi ha proseguito a braccio: “Io posso dirvi: ‘Oggi è l’ultimo giorno della primavera’. Questa è una verità, non è un dialogo. Ma se io vi dico: ‘Cosa pensate di questa primavera?’, io incomincio un dialogo. I comandamenti sono un dialogo”.

“La comunicazione si realizza per il piacere di parlare e per il bene concreto che si comunica tra coloro che si vogliono bene per mezzo delle parole”, ha affermato il Papa citando l’Evangelii gaudium: “È un bene che non consiste in cose, ma nelle stesse persone che scambievolmente si donano nel dialogo”. “Ma questa differenza non è una cosa artificiale”, ha commentato ancora una volta fuori testo.



«Dio è Padre, non dimenticatelo mai; anche nelle situazioni più brutte pensate che avete un Padre che ci ama tutti»


"La gente si rende - ha proseguito Francesco nella sua catechesi - conto se un cristiano ragiona da figlio o da schiavo. E noi stessi ricordiamo se i nostri educatori si sono presi cura di noi come padri e madri, oppure se ci hanno solo imposto delle regole. I comandamenti sono il cammino per la libertà, perché sono la parola del padre che ci fa liberi nella vita.
Il mondo non ha bisogno di legalismo, ma di cura. Ha bisogno di cristiani con il cuore di figli - ha ripetuto, concludendo - Ha bisogno di cristiani con il cuore di figli, non dimentichiamo questo".

Il Papa a Ginevra: pregate per me

Francesco va a Ginevra per il 70esimo anniversario del Consiglio ecumenico delle Chiese: ecco il programma della giornata del Papa.

"Pregate per me e per il mio pellegrinaggio ecumenico a Ginevra domani", ha ricordato il Papa nel salutare i pellegrini di lingua tedesca a conclusione dell'udienza generale in piazza San Pietro.

Francesco: ogni bellezza ci avvicina a Dio

Si è conclusa con un’esibizione circense l’udienza di oggi. Alcuni artisti del Rony Roller Circus, infatti, sono saliti sul palco per offrire a Papa Francesco un saggio della loro abilità, con un breve spettacolo che ha coinvolto clown, acrobati e giocolieri
“Ringrazio gli artisti del circo, che ci hanno fatto vedere come la bellezza fa bene all'anima e al corpo”, l’omaggio del Papa, subito prima dei saluti in lingua italiana che come di consueto concludono l’appuntamento del mercoledì: “E questa bellezza che ci hanno fatto vedere – ha proseguito – non è una bellezza che si trova così: loro la fanno con tanto lavoro, con ore e ore di allenamento, ma alla fine sono riusciti a fare questo che, come ogni bellezza, ci avvicina a Dio”.



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