giovedì 11 novembre 2021
Francesco ha accolto la proposta della World Rom Organization. La "Squadra del Papa-Fratelli tutti" è composta da guardie svizzere, dipendenti vaticani e loro figli, sacerdoti, 3 migranti e un Down
Il Papa riceve una maglia da calciatore con il suo nome, in un'immagine d'archivio

Il Papa riceve una maglia da calciatore con il suo nome, in un'immagine d'archivio - Ansa

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Su iniziativa di papa Francesco la rappresentativa della World Rom Organization e la "Squadra del Papa-Fratelli tutti" giocheranno insieme, in fraternità, una partita di calcio più che amichevole. Il Pontefice riceverà in udienza le due squadre sabato mattina 20 novembre. La partita si giocherà domenica 21 novembre, alle 14.30, al Training Center della Società Sportiva Lazio a Formello (i cancelli saranno aperti alle 13, l'ingresso è libero). Per quest'occasione saranno raccolti fondi per sostenere il progetto "Un calcio all'esclusione" promosso dalla diocesi di Roma per favorire l'inclusione dei Rom e delle persone più fragili.

Papa Francesco ha accolto la proposta della World Rom Organization, che ha sede a Zagabria, di organizzare una partita di calcio che rilanci l'impegno contro razzismi e discriminazioni. L'iniziativa è stata affidata al Pontificio Consiglio della Cultura. La "Squadra del Papa-Fratelli tutti" è composta da guardie svizzere, dipendenti vaticani, figli di dipendenti vaticani, sacerdoti che prestano il loro servizio nella Segreteria di Stato, nella Curia romana e nella Pontificia Accademia Ecclesiastica. A testimoniare il concreto impegno di inclusione e il senso stesso della partita, con la "Squadra del Papa" giocheranno tre giovani migranti, accolti dalla Comunità di Sant'Egidio, e un giovane con sindrome di Down che vive l'esperienza sportiva di Special Olympics.

Papa Francesco ha personalmente visitato, lo scorso 14 settembre a Kosice, in Slovacchia, il quartiere Luník IX invitando a passare "dai pregiudizi al dialogo, dalle chiusure all'integrazione". Dopo aver ascoltato storie di donne e di uomini Rom - tra dolore, riscatto e speranza - ha ricordato che "essere Chiesa è vivere da convocati di Dio, è sentirsi titolari nella vita, far parte della stessa squadra". Un linguaggio che si applica perfettamente al senso della partita amichevole di calcio. Troppe volte, ha affermato il Papa a Kosice, i Rom sono "stati oggetto di preconcetti e di giudizi impietosi, di stereotipi discriminatori, di parole e gesti diffamatori. Con ciò tutti siamo divenuti più poveri di umanità".

Le indicazioni di papa Francesco sull'educazione dei più giovani sono l'essenza dell'esperienza sportiva inclusiva proposta in Croazia dalla World Rom Organization. Bambini e ragazzi sono coinvolti con un metodo mirato a prevenire ogni forma di emarginazione, con una particolare attenzione alle minoranze e alle persone con disabilità. Nel 2017 la UEFA Foundation for Children ha riconosciuto e incoraggiato questo sistema educativo sui campi di calcio.

La partita amichevole sarà presentata martedì 16 novembre, alle 12, nella Sala stampa vaticana. Interverranno il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura; monsignor Benoni Ambarus, vescovo ausiliare di Roma; Claudio Lotito, presidente della S.S. Lazio; Ciro Immobile, capitano della S.S. Lazio; rappresentanti della World Rom Organization con monsignor Giorgio Lingua, nunzio apostolico in Croazia (in videocollegamento da Zagabria). Saranno presenti in sala, tra gli altri, il direttore sportivo della S.S. Lazio, Igli Tare, e alcuni componenti della "Squadra del Papa-Fratelli tutti": in particolare i tre giovani migranti accolti dalla Comunità di Sant'Egidio e il giovane con Sindrome di Down.

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