giovedì 19 ottobre 2023
Francesco in piazza san Pietro invita a non restare indifferenti di fronte al dramma di tanti fratelli e sorelle che muoiono ogni giorno lungo le rotte migratorie: «I flussi vanno governati»
Il Papa in raccoglimento durante la preghiera per i migranti e i rifugiati in piazza San Pietro

Il Papa in raccoglimento durante la preghiera per i migranti e i rifugiati in piazza San Pietro - Ansa

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Il Papa ha invocato stasera, 19 ottobre, un'azione decisa contro i criminali che speculano sui viaggi dei migranti. E anche di rendere più sicure le strade che essi percorrono. Bisogna ampliare, ha detto, "i canali migratori regolari". Lo ha fatto nel corso della preghiera per i migranti e i rifugiati in piazza San Pietro, al termine della sessione odierna del Sinodo dei vescovi. Alla spalle del Papa la scultura Angels Unawares, che rappresenta appunto migranti uomini e donne di ogni età e provenienza, guidati dagli angeli in mezzo a loro.

Commentando la parabola del Buon Samaritano, letta poco prima, Francesco ha detto: "Dobbiamo tutti impegnarci a rendere più sicura la strada, affinché i viandanti di oggi non cadano vittime dei briganti. È necessario moltiplicare gli sforzi per combattere le reti criminali, che speculano sui sogni dei migranti. Ma è altrettanto necessario indicare strade più sicure. Per questo, bisogna impegnarsi ad ampliare i canali migratori regolari. Nello scenario mondiale attuale è evidente come sia necessario mettere in dialogo le politiche demografiche ed economiche con quelle migratorie a beneficio di tutte le persone coinvolte, senza mai dimenticarci di mettere al centro i più vulnerabili".

È anche necessario, ha quindi aggiunto, "promuovere un approccio comune e corresponsabile al governo dei flussi migratori, che sembrano destinati ad aumentare nei prossimi anni. Chiediamo al Signore la grazia di farci prossimi a tutti i migranti e i rifugiati che bussano alla nostra porta, perché oggi «chiunque non è brigante e chiunque non passa a distanza, o è ferito o sta portando sulle sue spalle qualche ferito» (Fratelli tutti, 70)".

Il Pontefice, nel suo breve ma intenso discorso, ha sottolineato la triste sorte di tanti migranti che non arrivano a destinazione. "Quanti fratelli e sorelle oggi si ritrovano nella medesima condizione del viandante della parabola? Quanti vengono derubati, spogliati e percossi lungo la strada? Partono ingannati da trafficanti senza scrupoli. Vengono poi venduti come merce di scambio. Vengono sequestrati, imprigionati, sfruttati e resi schiavi. Vengono umiliati, torturati e violentati. Tanti muoiono senza arrivare mai alla meta. Le rotte migratorie del nostro tempo - ha ricordato - sono popolate da uomini e donne feriti e lasciati mezzi morti, da fratelli e sorelle il cui dolore grida al cospetto di Dio. Spesso sono persone che scappano dalla guerra e dal terrorismo, come vediamo purtroppo in questi giorni".

Di fronte a questa situazione non è lecito voltarsi dall'altra parte o passare oltre con indifferenza. "Come il buon samaritano - ha detto il Papa -, siamo chiamati a farci prossimi di tutti i viandanti di oggi, per salvare le loro vite, curare le loro ferite, lenire il loro dolore. Per molti, purtroppo, è troppo tardi e non ci resta che piangere sulle loro tombe, se ne hanno una. Ma il Signore conosce il volto di ciascuno, e non lo dimentica". Occorre imitare il buon samaritano, anche nel suo farsi carico del viandante ferito ben dopo averlo soccorso. Perciò Francesco ha ricordato i quattro verbi che riassumono la nostra azione con i migranti: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. "Si tratta di una responsabilità a lungo termine - ha spiegato -. Per questo è importante prepararci adeguatamente alle sfide delle migrazioni odierne, comprendendone sì le criticità, ma anche le opportunità che esse offrono, in vista della crescita di società più inclusive, più belle, più pacifiche".

Il Papa, al termine della sua omelia, ha chiesto "un breve momento di silenzio, ricordando tutti coloro che hanno perso la vita lungo le diverse rotte migratorie" e coloro che hanno sofferto torture e violenze.

Anche all'inizio, il Pontefice aveva invocato: "O Dio, Padre di tutti gli uomini, per te nessuno è straniero, nessuno è escluso dalla tua paternità; guarda con amore i profughi, gli esuli, le vittime della segregazione e i bambini abbandonati e indifesi, perché sia dato a tutti il calore di una casa e di una patria, e a noi un cuore sensibile e generoso verso i poveri e gli oppressi".

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