venerdì 12 aprile 2024
Il messaggio per la fine del Ramadan. «Chi crede in Dio non può che ripudiare la guerra». Il grido: «Arrestiamo l’inerzia del male. Cessi subito il fuoco a Gaza e siano rilasciati gli ostaggi»
Le rovine della moschea di Abu Khadra nella striscia di Gaza

Le rovine della moschea di Abu Khadra nella striscia di Gaza - Ansa

COMMENTA E CONDIVIDI

«Dio è pace e vuole la pace. Chi crede in Lui non può che ripudiare la guerra». È un grido a far tacere le armi in Medio Oriente quello che torna a lanciare papa Francesco. Stavolta nel messaggio per la fine del Ramadan inviato al “Network Alarabiya”. Il Pontefice prende spunto dalla conclusione del mese sacro al mondo islamico per manifestare la sua «tristezza per il sangue che scorre nelle terre benedette del Medio Oriente» e per chiedere che si fermino gli scontri. «Sono angosciato per il conflitto in Palestina e Israele – scrive Francesco –: cessi subito il fuoco nella striscia di Gaza, dove è in corso una catastrofe umanitaria; possano arrivare gli aiuti alla popolazione palestinese che soffre tantissimo; si rilascino gli ostaggi rapiti a ottobre». Poi il richiamo «alla martoriata Siria, al Libano, a tutto il Medio Oriente: non lasciamo che divampino le fiamme del rancore, sospinte dai venti funesti della corsa agli armamenti! Non lasciamo che la guerra si allarghi! Arrestiamo l’inerzia del male!».

Il Papa cita le famiglie, i giovani, i lavoratori, gli anziani, i bambini. «Sono certo che nel loro cuore, nel cuore della gente comune, c’è un grande desiderio di pace – sottolinea –. E che, di fronte al dilagare della violenza, mentre le lacrime scendono dagli occhi, una parola esce dalla loro bocca: “basta”. Basta! – ripeto anch’io – a chi ha la grave responsabilità di governare le nazioni: basta, fermatevi! Per favore, fate cessare il rumore delle armi e pensate ai bambini, a tutti i bambini, come ai vostri stessi figli. Guardiamo tutti al futuro con gli occhi dei bambini. Loro non si chiedono chi è il nemico da distruggere, ma chi sono gli amici con cui giocare; loro hanno bisogno di case, parchi e scuole, non di tombe e fosse». Francesco torna a ribadire che la guerra «è sempre e solo una sconfitta: è una via senza meta; non apre prospettive, ma estingue la speranza».

Il Pontefice si dice certo che «i deserti possano fiorire»: vale per la natura, «così pure nei cuori delle persone e nelle vite dei popoli». Poi l’appello: «Dai deserti dell’odio spunteranno germogli di speranza solo se sapremo crescere insieme, l’uno a fianco dell’altro; se sapremo rispettare il credo degli altri; se sapremo riconoscere il diritto di esistere di ogni popolo e il diritto di ogni popolo ad avere uno Stato; se sapremo vivere in pace senza demonizzare nessuno. Io credo e spero in questo e con me i cristiani che, tra non poche difficoltà, vivono in Medio Oriente: li abbraccio e li incoraggio, chiedendo che abbiano sempre e ovunque il diritto e la possibilità di professare liberamente la loro fede, che parla di pace e fraternità».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: