lunedì 30 ottobre 2023
Telefonata questa mattina tra il ministro degli esteri vaticano Gallagher e il suo omologo iraniano. Soluzione di due Stati sempre valida. L'appello di Francesco all'Angelus: liberare gli ostaggi
L'arcivescovo Paul Richard Gallagher

L'arcivescovo Paul Richard Gallagher - Ansa

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Non si ferma l'azione umanitaria e diplomatica della Santa Sede nel tentativo di fermare la guerra in Israele e nella striscia di Gaza. Ieri, domenica forte appello del Papa per un cessate il fuoco immediato. Questa mattina una importante telefonata, di cui ha dato notizia la Sala Stampa vaticana tra l'arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali, e Hossein Amir-Abdollahian, ministro degli Esteri della Repubblica Islamica dell’Iran, richiesta da quest’ultimo. "Nella conversazione, si riferisce - monsignor Gallagher ha espresso la seria preoccupazione della Santa Sede per quanto sta accadendo in Israele e in Palestina, ribadendo l’assoluta necessità di evitare di allargare il conflitto e di addivenire alla soluzione dei due Stati per una pace stabile e duratura nel Medio Oriente”.

Al di là del breve comunicato, è significativo che la telefonata sia avvenuta, che sia stata richiesta dagli iraniani (che evidentemente ritengono la Santa Sede un mediatore importante) e sono significative anche le parole di monsignor Gallagher, che suonano come un monito. Non conviene a nessuno che il conflitto si estenda. E anzi va fatto il possibile per spegnere il fuoco e trovare finalmente una soluzione politico-territoriale all'annoso problema della difficile convivenza tra israeliani e palestinesi.

Le parole del Papa all'Angelus, del resto, non lasciano adito a dubbi. Una richiesta di cessate il fuoco diretta, perentoria e accorata, con il Pontefice che si fa voce di quanti dal conflitto ricavano solo dolore, morte e danni piscologici (soprattutto i bambini) e materiali. "A Gaza, in particolare - ha affermato -, si lascino spazi per garantire gli aiuti umanitari e siano liberati subito gli ostaggi. Che nessuno abbandoni la possibilità di fermare le armi". Quindi Francesco ha aggiunto: "Cessi il fuoco! Padre Ibrahim Faltas - l'ho ascoltato poco fa nel programma 'A Sua Immagine' - padre Ibrahim diceva: 'Cessate il fuoco! Cessate il fuoco!'. Lui è il vicario di Terra Santa. Anche noi, con padre Ibrahim, diciamo: cessate il fuoco! Fermatevi, fratelli e sorelle! La guerra sempre è una sconfitta, sempre!".

Il Pontefice ha poi ringraziato "tutti quanti - in tanti luoghi e in diversi modi - si sono uniti alla giornata di digiuno, preghiera e penitenza che abbiamo vissuto venerdì scorso implorando la pace nel mondo. Non desistiamo. Continuiamo a pregare per l'Ucraina e anche per la grave situazione in Palestina e in Israele e per le altre regioni in guerra".

Anche in Terra Santa continuano le preghiere. La causa della pace è stata sostenuta domenica 29 ottobre anche con uno speciale atto di consacrazione della Terra Santa al cuore immacolato di Maria, pronunciato dal patriarca latino di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa durante la messa al Santuario di Deir Rafat per la solennità della vergine Maria, regina della Palestina. Alla liturgia è seguita la tradizionale processione con l'icona della Vergine.

"Concedi che la guerra finisca e che la pace si diffonda nelle nostre città e nei nostri villaggi", ha invocato il porporato. L'umanità "ha dimenticato le lezioni apprese dalle tragedie del recente passato, dai sacrifici di milioni di caduti nelle guerre". "In mezzo al mistero dell'iniquità che è il male e la guerra - ha proseguito - guida i leader mondiali e coloro che decidono il destino delle nazioni, affinché decidano secondo giustizia e verità, e operino per il bene comune". "Indica agli abitanti della tua patria il cammino della fraternità. In mezzo al tuono delle armi, trasforma i nostri pensieri in pace e le nostre spade in vomeri - ha aggiunto il cardinale -. Il tuo tocco materno lenisca coloro che soffrono e fuggono dai razzi e dalle bombe. Il tuo abbraccio materno conforti quanti sono feriti o costretti a lasciare la propria casa, coloro che hanno perso i propri familiari, i carcerati e coloro che sono dispersi e prigionieri". "In quest'ora, mentre i popoli della Terra Santa si rivolgono a te, il tuo cuore batte di compassione per loro e per tutti i popoli decimati dalla guerra, dalla fame, dall'ingiustizia e dalla povertà", ha concluso Pizzaballa.


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