mercoledì 6 ottobre 2021
Francesco ha ricordato le ferite al centro del Rapporto della Commissione indipendente sugli abusi sessuali nella Chiesa in Francia: compiere tutti gli sforzi affinché drammi simili non si ripetano
Dopo la catechesi, nel saluto ai pellegrini di lingua francese presenti all'udienza generale, il Pontefice ha manifestato la sua personale vicinanza alle vittime della pedofilia nella Chiesa di Francia, alla luce dei "numeri considerevoli" emersi ieri dal Rapporto della Commissione incaricata da vescovi e religiosi d'Oltralpe. Nelle parole di Francesco tristezza, dolore ma anche l'incoraggiamento a compiere ogni sforzo perché simili drammi non si ripetano e la Chiesa sia una casa sicura

Dopo la catechesi, nel saluto ai pellegrini di lingua francese presenti all'udienza generale, il Pontefice ha manifestato la sua personale vicinanza alle vittime della pedofilia nella Chiesa di Francia, alla luce dei "numeri considerevoli" emersi ieri dal Rapporto della Commissione incaricata da vescovi e religiosi d'Oltralpe. Nelle parole di Francesco tristezza, dolore ma anche l'incoraggiamento a compiere ogni sforzo perché simili drammi non si ripetano e la Chiesa sia una casa sicura - Reuters

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“Ieri la Conferenza dei vescovi francesi e i superiori religiosi hanno ricevuto il rapporto della Commissione indipendente abusi sessuali nella Chiesa, incaricata di valutare l’ampiezza del fenomeno degli abusi compiuti sui minori dal 1950 in poi” ha ricordato il Papa, salutando dopo la catechesi i fedeli di lingua francese. “Ne risultano purtroppo numeri considerevoli”, ha proseguito Francesco: "Desidero esprimere alle vittime" di abusi su minori da parte del clero francese "la mia tristezza e il mio dolore per i danni che hanno subito e anche la mia vergogna, la nostra vergogna per la troppo lunga incapacità della chiesa di metterli al centro delle preoccupazioni, assicurando loro la mia preghiera”. “E prego, preghiamo insieme tutti”, l’invito ai presenti in Aula Paolo VI: “A te, Signore, la gloria, a noi la vergogna. Questo è il momento della vergogna!”. “Incoraggio i vescovi francesi e voi fratelli, superiori religiosi, a continuare a compiere tutti gli sforzi affinché drammi simili non si ripetano”, ha concluso il Papa, esprimendo inoltre “vicinanza e paterno sostegno ai vescovi francesi davanti a questa prova, che è dura, ma è salutare. Invito i cattolici francesi ad assumersi le loro responsabilità per garantire che la Chiesa sia una casa sicura per tutti”.

La 'terribile realtà' degli abusi in ambito ecclesiatico continua ad addolorare profondamente il Papa. Oggi durante l’udienza generale, Francesco ricorda le profonde ferite al centro del Rapporto della Commissione indipendente sugli abusi sessuali nella Chiesa in Francia, incaricata di valutare l’ampiezza del fenomeno delle violenze sessuali compiute sui minori dal 1950 in poi. Dal documento, reso noto ieri e commissionato dalla Conferenza episcopale e dalla Conferenza dei religiosi e delle religiose francesi, emergono dati drammatici: tra il 1950 e il 2020, sono almeno 216 mila le vittime e sono tra i 2.900 e 3.200 i sacerdoti e i religiosi coinvolti in crimini di pedofilia.

La "terribile realtà" degli abusi in ambito ecclesiatico continua ad addolorare profondamente il Papa. Oggi durante l’udienza generale, Francesco ricorda le profonde ferite al centro del Rapporto della Commissione indipendente sugli abusi sessuali nella Chiesa in Francia, incaricata di valutare l’ampiezza del fenomeno delle violenze sessuali compiute sui minori dal 1950 in poi. Dal documento, reso noto ieri e commissionato dalla Conferenza episcopale e dalla Conferenza dei religiosi e delle religiose francesi, emergono dati drammatici: tra il 1950 e il 2020, sono almeno 216 mila le vittime e sono tra i 2.900 e 3.200 i sacerdoti e i religiosi coinvolti in crimini di pedofilia. - Reuters

“La verità della fede non è una teoria astratta, ma la realtà di Cristo vivo, che tocca direttamente il senso quotidiano e complessivo della vita personale”. A ribadirlo è stato il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, svoltasi in Aula Paolo VI e dedicata al tema della libertà cristiana.

“Quanta gente che non ha studiato, che non sa leggere e scrivere ma ha capito bene il messaggio di Cristo, ha quella saggezza che la fa vivere”, ha esclamato Francesco a braccio: “Quanti uomini, quanta gente troviamo che vive la vita di Cristo più che i grandi teologi, e che sono una testimonianza grande della libertà del Vangelo”.

“La libertà rende liberi nella misura in cui trasforma la vita di una persona e la orienta verso il bene”, ha affermato il Papa, secondo il quale “per essere davvero liberi abbiamo bisogno non solo di conoscere noi stessi, a livello più profondo, ma soprattutto di fare verità in noi stessi a un livello più profondo. E lì, nel cuore, aprirci alla grazia di Cristo”. “La verità ci deve inquietare”, ha proseguito a braccio: “Parola tanto cristiana, l’inquietudine. Sappiamo che ci sono tanti cristiani che mai si inquietano, non c’è movimento nel loro cuore. Manca l’inquietudine, che è il segnale che lo Spirito Santo sta lavorando dentro di noi. Per questo dico che la libertà ci deve inquietare, ci deve porre continuamente delle domande, affinché possiamo andare sempre più al fondo di ciò che realmente siamo. Scopriamo in questo modo che quello della verità e della libertà è un cammino faticoso che dura tutta la vita”.

“È faticoso rimanere liberi, ma non è impossibile”, il commento a braccio del Papa: “Coraggio, andiamo avanti su questo, ci farà bene. Un cammino in cui ci guida e ci sostiene l’Amore che viene dalla Croce: l’Amore che ci rivela la verità e ci dona la libertà. E questo è il cammino della felicità. La libertà ci fa vivere, ci fa gioiosi, ci fa felici”.

«È il momento della vergogna»

Tanti cristiani si rifugiano nel legalismo, nella casistica”. Lo ha detto, a braccio, il Papa, nella catechesi dell’udienza generale di oggi, dedicata alle “parole immortali sulla libertà cristiana” contenute nella lettera di San Paolo ai Galalti. “La libertà è un tesoro che si apprezza realmente solo quando la si perde”, ha esordito Francesco: “Per molti di noi, abituati a vivere nella libertà, spesso appare più come un diritto acquisito che come un dono e un’eredità da custodire”. “Quanti fraintendimenti intorno al tema della libertà e quante visioni differenti si sono scontrate nel corso dei secoli!”, ha esclamato il Papa: “Nel caso dei Galati, l’apostolo non poteva sopportare che quei cristiani, dopo avere conosciuto e accolto la verità di Cristo, si lasciassero attirare da proposte ingannevoli, passando dalla libertà alle schiavitù: dalla presenza liberante di Gesù alla schiavitù del peccato, del legalismo e così via. Invita quindi i cristiani a rimanere saldi nella libertà che hanno ricevuto col battesimo, senza lasciarsi mettere di nuovo sotto il giogo della schiavitù. Paolo è giustamente geloso della libertà. È consapevole che alcuni ‘falsi fratelli’ si sono insinuati nella comunità per ‘spiare – così scrive – la nostra libertà che abbiamo in Cristo Gesù, allo scopo di renderci schiavi’, e non può tollerarlo”.

IL VIDEO DELL'UDIENZA

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