venerdì 14 giugno 2019
In gioco il futuro della famiglia umana. Necessario un cambiamento radicale delle scelte per salvare la casa comune e le nuove generazioni
Energia e clima «minaccia reale», papa Francesco riceve i petrolieri
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Papa Francesco interviene al termine di un confronto tra 70 dirigenti di imprese nel settore petrolifero e del gas naturale (tra cui Eni con il CEO Claudio Descalzi, Shell, Total, BP, Chevron, Exxon, ConocoPhillips, Oxy) assieme ad alcuni investitori internazionali (BNP Paribas, BlackRock e altri) ed esperti in campo energetico, che si sono riuniti ieri e giovedì presso la Casina Pio IV, sede delle Pontificie accademie delle scienze e delle scienze sociali. L’incontro – su "La Transizione energetica e la cura della casa comune" – è stato promosso dal Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale, guidato dal cardinale Peter Turkson, insieme con il Mendoza College of Business dell’Università cattolica statunitense di Notre Dame, rappresentata anche dal presidente dell’ateneo John I. Jenkins.

«Il vostro incontro – osserva il Pontefice – si è focalizzato su tre punti interconnessi: primo, una corretta transizione; secondo, il prezzo del carbone; e terzo, trasparenza nel riportare i rischi climatici». Tre problemi, aggiunge, «enormemente complessi e vi ringrazio di averli proposti alla discussione e al vostro livello, che è un livello serio, scientifico». In particolare il Papa osserva che una transizione corretta «implica una gestione dell’impatto sociale e occupazionale del passaggio a una società a basso consumo di carbone». Che «il nostro utilizzo delle risorse ambientali comuni può essere considerato etico solo quando i costi sociali ed economici del loro uso sono riconosciuti in maniera tras parente e sono pienamente sostenuti da coloro che ne usufruiscono, piuttosto che da altre popolazioni o dalle generazioni future». E che «la trasparenza nel riportare i rischi climatici, è essenziale perché le risorse economiche devono essere sfruttate là dove possono arrecare il massimo bene».

«Cari amici, il tempo stringe!», incalza il Pontefice. Così «le riflessioni devono andare oltre le mere esplorazioni di che cosa possa essere fatto, e concentrarsi su che cosa occorre che venga fatto, da oggi in poi». E «non possiamo permetterci il lusso di aspettare che altri si facciano avanti, o di dare la priorità a vantaggi economici a breve termine». Perché «la crisi climatica richiede da noi un’azione determinata, qui e ora e la Chiesa è pienamente impegnata a fare la sua parte».

Papa Francesco ribadisce quanto detto un anno fa alla prima edizione del simposio: «La civiltà richiede energia, ma l’uso dell’energia non deve distruggere la civiltà!». Oggi insomma è necessaria «una transizione energetica radicale per salvare la nostra casa comune». Certamente «c’è ancora speranza e rimane il tempo per evitare i peggiori impatti del cambiamento climatico», a patto però «che ci sia un’azione pronta e risoluta».

Al termine di questo simposio sottoscritte due dichiarazioni: una – con 31 firme – relativa all’importanza della tariffazione del carbone in vista di una riduzione delle emissioni e l’altra – con 34 firme – sulla necessità che le società forniscano informazioni chiare quanto a strategie sul cambiamento climatico. Intanto alle porte del Vaticano si svolgeva un Flashmob di Fridays for Future. "L’emergenza climatica non è un’opinione", "Non rubateci il futuro", "Cari Oil CEOs ascoltate il Papa" alcuni degli slogan dei ragazzi.

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