lunedì 18 febbraio 2019
Il Papa incontrerà il Consiglio Comunale di Roma. Prima della sua, le visite di Benedetto XVI, Giovanni Paolo II e Paolo VI
Il Papa con la sindaca di Roma Virginia Raggi, ricevuta in Vaticano il 1° luglio 2016 (Ansa/Osservatore Romano)

Il Papa con la sindaca di Roma Virginia Raggi, ricevuta in Vaticano il 1° luglio 2016 (Ansa/Osservatore Romano)

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Papa Francesco il 26 marzo andrà in Campidoglio, sede del Comune di Roma. Lo conferma il direttore ad interim della Sala Stampa della Santa Sede, Alessandro Gisotti: «Accogliendo l'invito a suo tempo formulato dal Sindaco di Roma, il Santo Padre Francesco si recherà in Campidoglio martedì 26 marzo, per incontrare il Consiglio Comunale».

Per la sindaca Virginia Raggi la visita del Papa «è un segno tangibile dell'attenzione che il Santo Padre riserva e vuole confermare nei confronti dei cittadini romani e dell'istituzione che ho l'onore di rappresentare».

Papa Francesco è il quarto pontefice che si reca in Campidoglio. Prima di lui Benedetto XVI aveva visitato la sede del comune di Roma il 9 marzo del 2009 prendendo la parola davanti al consiglio comunale. Allora il sindaco era Gianni Alemanno.

Una visita particolarmente sentita fu quella di Giovanni Paolo II che partecipò il 15 gennaio 1998 ad una seduta straordinaria dell'aula Giulio Cesare, sindaco Francesco Rutelli: «Sono cittadino romano, civis romanus, in Campidoglio mi sento a casa e sento Roma come città multiculturale emultietnica».

Paolo VI andò in Campidoglio il 16 aprile 1966, ricordando che circa un secolo prima si era recato sul colle capitolino Pio IX, ma sottolineando «quanto diversamente: Noi non abbiamo più alcuna sovranità temporale da affermare quassù». Montini portò un dono molto particolare: "Noi vi lasciamo... la bandiera medioevale di Roma, quella che Cola di Rienzo, il sognatore della 'renovatio Urbis', agitò in tempi tristissimi della Città, recante l'immagine di San Giorgio cavaliere, quasi a risvegliare nei Romani la sopita coscienza delle loro antiche glorie e l'audace speranza di altre future; non rimangono di questo cimelio che alcuni lembi corrosi e curiosi; ma sapendo da voi desiderato questo storico trofeo di fede civica e religiosa, volentieri a voi lo rendiamo, in auspicio delle migliori, perenni fortune della vostra e Nostra Città».

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