lunedì 2 aprile 2018
Papa Francesco ha invocato frutti di speranza e pace nella storia segnata da ingiustizie e violenze: nella martoriata Siria, in Terra Santa, in Sud Sudan, in Ucraina, in Venezuela. La Messa di Pasqua
La Resurrezione di Cristo, vera speranza che non delude
COMMENTA E CONDIVIDI

In una piazza san Pietro gremita di fedeli e sorvegliata dalle forze dell'ordine papa Francesco ha celebrato la Messa di Pasqua, in una cornice resa bellissima dai 50mila fiori che addobbavano l’altare e tutto il sagrato (leggi qui l'omelia).

Il Vangelo del giorno racconta la scoperta di Maria di Màgdala, di Pietro e di Giovanni del sepolcro, dove era stato deposto il corpo di Gesù, vuoto. Nell’omelia Francesco ha sottolineato due parole: l’annuncio e la fretta.

L'annuncio

«Gli annunci di Dio sono sempre sorprese, perché il nostro Dio è il Dio delle sorprese. E così, dall’inizio della storia della salvezza, dal nostro padre Abramo, Ti sorprende: “Ma, vai, vai, lascia, vattene dalla tua terra e va”. E sempre, c’è una sorpresa dietro l’altra. Dio non sa fare un annuncio senza sorprenderci. E la sorpresa - ha continuato il Papa - è un colpo basso; tu non te lo aspetti”.

La fretta

Le donne appena trovato il sepolcro vuoto corrono, vanno di fretta a dirlo a tutti. E tutti corrono per andare a vedere: “Le sorprese di Dio ci mettono in cammino, subito, senza aspettare”, ha detto Francesco, portando degli esempi: Pietro e Giovanni, ma prima ancora i pastori la notte di Natale, la Samaritana dopo l'incontro con Gesù, Andrea che dice a Pietro: 'Abbiamo trovato il Messia': tutti corrono a raccontare quello che è loro successo e gli altri si affrettano per andare a vedere di persona. Anche oggi succede. Nei nostri quartieri, nei villaggi quando succede qualcosa di straordinario, la gente corre a vedere (...) Le sorprese, le buone notizie, si danno sempre così: di fretta. Nel Vangelo c’è uno che si prende un po’ di tempo; non vuole rischiare. Ma il Signore è buono, lo aspetta con amore. Tommaso: 'Io crederò quando vedrò le piaghe', aveva affermato. Come ha fatto con lui - ha proseguito il Papa - il Signore anche oggi ha pazienza per coloro che non vanno così di fretta.

E infine la domanda per ciascuno di noi: Francesco la formula così. "Ho il cuore aperto alle sorprese di Dio, sono capace di andare di fretta o sempre con quella cantilena: “Ma, domani vedrò, domani, domani …”? Cosa dice a me la sorpresa?". E conclude: "Di fronte al fatto sorpresa dell'annuncio e all'andare di corsa, la domanda "E io, oggi, in questa Pasqua 2018, io, che? Tu, che?”.

La benedizione Urbi et Orbi

Il Papa nella benedizione Urbi et Orbi ha invocato pace per tutte le regioni del mondo segnate da ingiustizie e violenze. “La resurrezione di Cristo è la vera speranza del mondo, quella che non delude”.

Questa è la forza del chicco di grano che rinnova il mondo e che porta frutti anche oggi. Porta frutti di speranza e di dignità dove ci sono miseria ed esclusione, dove c’è fame e manca il lavoro, in mezzo ai profughi e ai rifugiati – tante volte respinti dall’attuale cultura dello scarto –, alle vittime del narcotraffico, della tratta di persone e delle schiavitù dei nostri tempi.

Papa Francesco ha quindi chiesto frutti di pace per il mondo intero a partire “dall'amata e martoriata Siria” la cui popolazione è stremata da una guerra che non vede fine: In questa Pasqua, la luce di Cristo illumini le coscienze di tutti i responsabili politici e militari, affinché si ponga termine immediatamente allo sterminio in corso, si rispetti il diritto umanitario e si provveda ad agevolare l’accesso agli aiuti di cui questi nostri fratelli e sorelle hanno urgente bisogno, assicurando nel contempo condizioni adeguate per il ritorno di quanti sono stati sfollati.

Il Papa ha poi chiesto frutti di riconciliazione per la Terra Santa, “anche in questi giorni ferita da conflitti aperti che non risparmiano gli inermi”; per lo Yemen e per tutto il Medio Oriente, “affinchè il dialogo e il rispetto reciproco prevalgano sulle divisioni e sulla violenza”. Possano i nostri fratelli in Cristo, che non di rado subiscono soprusi e persecuzioni, essere testimoni luminosi del Risorto e della vittoria del bene sul male.

Francesco non ha voluto dimenticare il Sud Sudan e tutte quelle parti dell’Africa travagliate da fame, conflitti endemici e terrorismo che colpiscono soprattutto i bambini ed ha invocato la solidarietà per tutte quelle persone “costrette ad abbandonare le proprie terre e private del minimo necessario per vivere”.

Non è mancato l’incoraggiamento al dialogo tra le due Coree chiedendo ai responsabili di agire con “saggezza e discernimento per il bene del popolo coreano a costruire rapporti di fiducia in seno alla comunità internazionale”.

Il Papa ha poi chiesto frutti di concordia per l’Ucraina e frutti di consolazione per il popolo venezuelano il quale vive – come hanno scritto i vescovi – “in una specie di ‘terra straniera’ nel suo stesso Paese. Possa, per la forza della Risurrezione del Signore Gesù, trovare la via giusta, pacifica e umana per uscire al più presto dalla crisi politica e umanitaria che lo attanaglia, e non manchino accoglienza e assistenza a quanti tra i suoi figli sono costretti ad abbandonare la loro patria.

Nel suo Messaggio il Papa ha poi ricordato i bambini che “a causa delle guerre e della fame, crescono senza speranza, privi di educazione e di assistenza sanitaria; per gli anziani scartati dalla cultura egoistica, che mette da parte chi non è “produttivo” e per tutti coloro che hanno responsabilità politiche affinché rispettino sempre la dignità umana.

Al termine del suo Messaggio per la benedizione Urbi et Orbi Papa Francesco ha detto che “anche a noi, come alle donne accorse al sepolcro, viene rivolta questa parola: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto!”

La morte, la solitudine e la paura non sono più l’ultima parola. C’è una parola che va oltre e che solo Dio può pronunciare: è la parola della Risurrezione. Con la forza dell’amore di Dio, essa «sconfigge il male, lava le colpe, restituisce l'innocenza ai peccatori, la gioia agli afflitti, dissipa l’odio, piega la durezza dei potenti, promuove la concordia e la pace. Buona Pasqua a tutti
Il Papa ha quindi impartito la benedizione Urbi et Orbi per la quale, come è consuetudine, è stata concessa l’indulgenza plenaria.

Rivolgendo gli auguri di Buona Pasqua alle centinaia di fedeli provenienti dall’Italia e da diversi Paesi presenti in piazza san Pietro, come pure a quanti erano oggi collegati mediante la televisione, la radio e gli altri mezzi di comunicazione, il Papa ha invocato la gioia e la speranza in Gesù risorto affinchè diano conforto alle famiglie, specialmente agli anziani che sono la preziosa memoria della società, e ai giovani che rappresentano il futuro della Chiesa e dell’umanità. Infine ha ringraziato per i fiori offerti dai Paesi Bassi.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: