lunedì 24 ottobre 2022
A seguire l'incontro in segreteria di Stato, dove si è parlato anche di Caucaso, Medio Oriente e Africa. La moglie Brigitte al Papa: prego per lei ogni giorno
Il presidente Macron a colloquio con papa Francesco

Il presidente Macron a colloquio con papa Francesco - Ansa

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Il presidente francese Emmanuel Macron è stato ricevuto lunedì in udienza da papa Francesco in Vaticano. La terza durante il suo mandato all’Eliseo, dopo quelle del 26 giugno 2018 e del 26 novembre 2021. Il colloquio, nel Palazzo Apostolico, è durato ben 55 minuti. Significativi i doni. Macron ha regalato al Pontefice una prima edizione in francese dell’opera Per la pace perpetua di Immanuel Kant.

Domenica il capo di stato transalpino lo aveva anticipato partecipando alla cerimonia di apertura dell’incontro “Il grido della pace” promosso dalla Comunità di Sant’Egidio. Il Papa ha ricambiato con una medaglia in bronzo, incorniciata nel marmo, raffigurante San Pietro e il colonnato. Insieme a questo i volumi dei documenti papali, il Messaggio per la Pace di quest’anno, il Documento sulla Fratellanza Umana e il libro sulla Statio Orbis del 27 marzo 2020.

L’incontro tra Macron e il Papa si è svolto in un clima molto cordiale e al momento dei saluti la premiere dame Brigitte ha detto al Pontefice: «Prego per lei tutti i giorni». A seguire c’è stato il colloquio con il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, accompagnato dall’arcivescovo Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati. Stringato il comunicato della Sala Stampa vaticana. In cui si riferisce che «nel corso dei cordiali colloqui in Segreteria di Stato ci si è soffermati su questioni di carattere internazionale, a cominciare dal conflitto in Ucraina, con speciale riguardo per la situazione umanitaria». «Particolare considerazione» è stata poi dedicata «anche alla regione del Caucaso, al Medio Oriente e all’Africa». Nessun cenno alle «buone relazioni» tra le due parti, solitamente evocate in questo tipo di comunicati.

Il sito VaticanNews ha chiuso il servizio dedicato all’udienza sottolineando che l’incontro si è svolto mentre è in corso in Francia il dibattito sul fine vita, sollecitato dallo stesso capo dell’Eliseo. Una decisione che «ha suscitato non poche preoccupazioni da parte dei vescovi francesi».

Il sito vaticano ricorda che sul tema si è espresso lo stesso Papa Francesco pochi giorni fa, quando, ricevendo in udienza amministratori e politici della diocesi francese di Cambrai, ha espresso l’auspicio che il dibattito sul fine vita «possa essere condotto nella verità per accompagnare la vita al suo termine naturale e non lasciarci coinvolgere in questa cultura dello scarto che è un po’ dappertutto».

Dopo la visita dal Papa Macron si è recato al Quirinale per il pranzo con il presidente Mattarella. Successivamente ha fatto visita alla Basilica di San Giovanni in Laterano, dove nel 2018 ha preso possesso del titolo di protocanonico onorario. Carica che venne concessa al re Enrico IV (1553-1610, quello del detto “Parigi val bene una messa”) dopo la sua conversione dal calvinismo al cattolicesimo e che i presidenti francesi hanno ereditato cominciando a prenderne possesso a partire dagli anni Cinquanta del secolo scorso con René Coty (dopo di lui lo hanno fatto anche Charles De Gaulle, Valery Giscard d’Estaing, Jacques Chirac e Nicolas Sarkozy, ma non François Mitterrand e François Hollande).

«Grazie per essere qui con noi questa sera! Come le dissi nel 2018, questa è la sua casa, e può venire qui ogni volta che vuole trovare riposo per la sua anima. Questa dei canonici è la sua famiglia!». Questo il caloroso benvenuto che gli ha indirizzato il cardinal Vicario Angelo De Donatis. Macron ha risposto ricordando «il legame storico e spirituale» che unisce i presidenti francesi al Laterano. «Fili invisibili ci legano – ha sottolineato –; non dimentico voi canonici e vi porto sempre nel cuore. Vi rinnovo i miei sentimenti di fedeltà e amicizia. Il tempo in cui viviamo non è semplice… Vi chiedo di pregare per noi leader mondiali, di intercedere e di pregare per noi, perché è una cosa che mi sta molto a cuore».


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